Giovedì alle ore 21 scenderanno in campo alla Veltins Arena di Gelsenkirchen Spagna e Italia, le due squadre del gruppo B che hanno vinto la rispettiva partita d’esordio in questi Europei 2024. Gli Azzurri saranno impegnati nel primo, vero big match del loro torneo: la Roja è una delle squadre più talentuose dell’intera competizione, e già nella prima gara ha fatto vedere tutto il suo potenziale, spazzando via la Croazia con un secco 3-0.
I ragazzi del CT Spalletti, dopo l’avvio horror contro l’Albania, hanno dimostrato di avere lo spirito adatto e sono riusciti a ribaltare la partita in pochi minuti, fissando il risultato finale sul 2-1. Se battere l’Albania era quasi un dovere per la squadra campione d’Europa in carica, con la Spagna Donnarumma e compagni dovranno scendere in campo per conquistare il primo posto indiscusso nel girone B. Spagna-Italia, oltre ad essere una delle partite più attese, è anche la rivincita delle semifinali degli Europei 2020/21, che tutti ricordiamo con grandissimo piacere.
Buona la prima per la Roja di Luis De La Fuente, che vince e convince mostrando a tutti perché è una delle favorite per la vittoria del torneo. Il 3-0 firmato Carvajal (primo gol in Nazionale per lui, poche settimane dopo quello in finale di Champions League), Fabian Ruiz e Morata chiude già nel primo tempo una partita che non è mai stata in discussione.
La difesa croata ha avuto difficoltà ha contenere l’estro e i movimenti senza palla dei calciatori spagnoli, che sono maestri del giocare senza dare punti di riferimento alla retroguardia avversaria. Lo stesso Morata è un centravanti atipico, che ama svariare sul fronte offensivo per poi attaccare lo spazio libero alle spalle dei difensori.
Il 4-3-3 è ormai un marchio di fabbrica di questa squadra. Rodri, anima e cervello del Manchester City, è un giocatore ugualmente importante per gli equilibri della Spagna, perché permette al CT di poter schierare due mezz’ali di qualità come Fabian Ruiz e Pedri. Il lavoro dei nostri due mediani, Barella e Jorginho, sarà fondamentale per tenere testa al palleggio della nazionale iberica.
Una parola va spesa anche per i due esterni d’attacco della Spagna, Lamine Yamal e Nico Williams, rispettivamente un classe 2007 e un 2002. Il baby fenomeno del Barcellona ha servito l’assist per il gol di Carvajal, mentre Williams non è riuscito ad incidere ed è stato sostituito al 70′. È probabile che De La Fuente riconfermi questa coppia di esterni anche per la partita con l’Italia: occhio a sottovalutarli, la giovane età tutto al più è uno dei loro grandi punti di forza.
Nella gara con l’Albania abbiamo potuto ammirare il piano tattico che Spalletti ha ricamato intorno alla sua squadra. Un 4-2-3-1 in fase di non possesso, con Chiesa e Pellegrini a fare gli esterni d’attacco, capace di trasformarsi in un asimmetrico 3-4-2-1 con Di Lorenzo che scala sulla linea di difesa, Dimarco che occupa la fascia nella sua ampiezza, Pellegrini e Frattesi che svariano fra le linee e Chiesa stabilmente alto a destra.
La prima nota positiva è stata sicuramente l’atteggiamento della squadra. Il gol subito a freddo non ha intaccato il piano partita e anzi, gli Azzurri hanno avuto il carattere di giocare come se non fosse successo nulla, trovando i due gol della rimonta già nel primo tempo. Straordinarie le prove di Chiesa (premiato come MVP ), Barella e Calafiori: il centrale del Bologna ha impressionato gli addetti ai lavori di tutto il mondo e potrebbe attirare su di sé l’attenzione di tanti grandi club europei.
Per circa 80 minuti, fra il gol dell’1-0 di Bajrami e l’ingresso di Manaj, l’Albania è stata rinchiusa nella propria metà campo, completamente succube del giro palla ipnotico della squadra di Spalletti. Qui il vero errore della gara di sabato. Le occasioni per chiuderla ci sono state ma non le abbiamo sfruttate, concedendo all’Albania un finale d’orgoglio in cui le aquile hanno rischiato di trovare il pareggio, negato solo da un prodigioso Donnarumma. Che ci serva da monito per le prossime partite: quando l’avversario è in difficoltà dobbiamo avere la freddezza necessaria per allungare il vantaggio.
La gara di domani con la Spagna ci dirà tanto sul DNA di questa squadra. Bisognerà soffrire, abbassarsi e concedere il fraseggio agli avversari, aspettando piuttosto una disattenzione da punire: servirà un’Italia matura, pronta a tutto pur di portare a casa il risultato.
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