di Gianluca Scognamiglio
Antonin Panenka non è ricordato come uno dei calciatori più forti della storia. Tuttavia il suo nome è indissolubilmente legato con il gioco del calcio: il suo rigore nella finale degli Europei del 1976 ha cambiato il modo di interpretare i tiri dal dischetto, aggiungendo una variabile non indifferente e influenzando la maniera di calciare dagli undici metri negli anni a venire. Questa è la storia del “Panenka”, conosciuto in Italia con la definizione di “cucchiaio”.
Il contesto: Europei 1976
I Campionati Europei del 1976 avevano una struttura ben diversa da quella che conosciamo oggi. All’epoca, infatti, al termine degli otto gironi di qualificazione solo la prima classificata di ogni raggruppamento accedeva ai “play-off”: questi erano dei veri e propri quarti di finale, disputati su gara di andata e ritorno.
L’Europeo del 1976 fu dunque una sorta di quella che oggi chiameremmo “Final Four”: Jugoslavia, Germania Ovest, Paesi Bassi e Cecoslovacchia si giocarono il titolo in appena cinque giorni tra Zagabria e Belgrado. L’attesa sfida per il titolo tra i tedeschi e gli olandesi (in un’eventuale riedizione dell’atto conclusivo dei Mondiali ’74) non ebbe mai luogo: in semifinale, infatti, gli Oranje furono battuti dei cechi, che raggiunsero così un’insperata finale.
Antonin Panenka, 27 anni, n° 7 della Cecoslovacchia, era un calciatore dalla discreta tecnica, abile nei calci piazzati (con una punizione aveva deciso lo spareggio contro l’Unione Sovietica) ma non era considerato un leader della sua squadra. Tuttavia nella finale contro la Germania divenne un inatteso protagonista, consegnando di fatto il titolo ai suoi. Ma andiamo con ordine…
La nascita del “Panenka”
La finale dei Campionati Europei 1976 tra Cecoslovacchia e Germania Ovest fu preceduta da un’importante modifica del regolamento, applicata in accordo con le Federazioni la mattina stessa dell’incontro. In quella manifestazione, infatti, in caso di pareggio al termine dei supplementari, la partita sarebbe stata ripetuta due giorni più tardi; tuttavia, considerando la fatica dei giorni precedenti (entrambe le squadre avevano vinto la propria semifinale ai supplementari), si decise che in caso di equilibrio dopo 120′ il titolo Europeo si sarebbe assegnato ai calci di rigore.
La Germania, favorita della vigilia, fu sorpresa dall’inizio di Švehlík e compagni: proprio la punta ceca portò avanti i suoi dopo otto minuti; al 25′ Dobiaš trovò il raddoppio e, dopo pochi istanti, gli underdog ebbero anche l’occasione di triplicare il proprio vantaggio. A un passo dal baratro i tedeschi trovarono il modo di reagire, segnando al 28′ con Dieter Müller. A pochi istanti dalla fine dei tempi regolamentari un’incornata di testa di Hölzenbein sancì il pareggio: tempi supplementari.
Le squadre, distrutte dalla fatica, sembrarono quasi accontentarsi dei rigori. Dagli undici metri il primo a sbagliare fu il tedesco Hoeness. La “leggenda” narra che il futuro presidente del Bayern Monaco fu costretto da Beckenbauer a calciare. Il suo errore si rivelò fatale: l’ultimo rigorista della Cecoslovacchia fu Antonin Panenka, il quale decise di entrare nella storia del calcio eseguendo un tiro centrale, quasi appoggiato in porta, colpendo il pallone da sotto. Al termine di una lunghissima rincorsa il n°7 spiazzò il portiere tedesco Maier, regalando il titolo ai suoi.
L’evoluzione del “cucchiaio”
Nel corso degli anni il “Tiro Panenka” ha cambiato più volte denominazione. In Italia a rendere celebre il cosiddetto “Cucchiaio” è stato su tutti Francesco Totti. Lo storico n°10 della Roma eseguì il rigore “alla Panenka” in occasione della semifinale degli Europei 2000, contro i Paesi Bassi. Qualche anno più tardi, ai Campionati Europei 2012, Andrea Pirlo beffò Hart con il “cucchiaio”, aiutando l’Italia a raggiungere la semifinale di quella manifestazione.
Per trovare un altro esempio di questo coraggioso tiro in una finale internazionale bisogna tornare al 2006. Zidane trasformò il rigore del momentaneo vantaggio francese sull’Italia con lo scavetto. Nel 2015, invece, Alexis Sanchez realizzò il “penal picado” in occasione della serie di rigori in finale di Copa America contro l’Argentina. Insomma, gli esempi di coraggiosi calciatori che hanno preso spunto da Panenka non mancano. Chissà se in questi Europei qualcun altro proverà a emulare il calciatore ceco, inventore 48 anni fa di un tiro che ha cambiato per sempre i calci di rigore.
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