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Esoscheletri, da Zurigo arriva la svolta verso i futuri “muscoli indossabili”

di Antonio Stiuso

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Il nuovo rivoluzionario modello di esoscheletro si chiama Myoshirt; attualmente è in fase di sviluppo a Zurigo, dove hanno intenzione di renderlo tanto piccolo da poter essere indossato sotto una maglietta. L’obiettivo di questo nuovo esoscheletro è quello di compensare i movimenti in persone che hanno perso parzialmente l’uso degli arti a causa di qualche patologia.

Il futuro degli esoscheletri

Abbiamo già parlato in precedenza di esoscheletri, come MATE-XT, ideati per aumentare l’efficienza di operatori manuali; questi, infatti, sono progettati per aumentare la forza e conseguentemente di ridurre drasticamente l’affaticamento durante il lavoro. Ma siamo vicini ad una svolta epocale nel settore, con un nuovo modello di esoscheletro che si pone l’obiettivo di aiutare le persone affette da gravi patologie che ne limitano i movimenti.

Il nuovo progetto arriva direttamente da Zurigo, dove i ricercatori dell’ETH (il politecnico federale di Zurigo) lavorano ad un progetto di esomuscolatura che si pone l’obiettivo di cambiare, in meglio, la vita di molte persone. Si chiama Myoshirt ed attualmente è ancora in fase di sviluppo ma i test, effettuati su 12 volontari, fanno ben sperare.

 

Myoshirt, un nuovo tipo di esoscheletro

Myoshirt, come qualsiasi altro esoscheletro, si pone l’obiettivo di fornire potenza e resistenza aggiuntive ma, a differenza di questi ultimi, ha un fine decisamente più “elevato”: quello di aiutare nella propria quotidianità persone compromesse, in tutto o in parte, nei movimenti a causa di gravi patologie. L’esoscheletro sarà quindi utilizzato prettamente in ambito medico.

Questi nuovi esoscheletri hanno il compito di fornire più potenza e resistenza alle persone che li usano. Sono composti da un giubbotto e dei polsini collegati a dei sensori per rilevare l’intenzione di movimento del soggetto e sono arricchiti da un software basato su algoritmi intelligenti che rilevano i movimenti intenzionali e, di conseguenza, valutano la quantità di forza richiesta per un dato compito, grazie soprattutto ad un tendine artificiale in grado di allungarsi e accorciarsi a seconda delle esigenze. I test effettuati, come già detto, fanno ben sperare: i 12 volontari coinvolti hanno notato un aumento della resistenza del 60% nei casi di distrofia muscolare e del 300% nei casi di lesione al midollo spinale; nelle persone senza alcuna patologia, invece, i miglioramenti sono stati del 30%. Siamo vicini ad una svolta netta nell’ambito della medicina e della riabilitazione? Forse in futuro questi muscoli indossabili potranno cambiare la vita di molte persone.

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