di William Tinella
Con l’uscita lo scorso 25 febbraio, Elden Ring si è preso tutti i riflettori della scena nel mondo videoludico. A far parlare del titolo FromSoftware sono certamente le decine e decine di recensioni della stampa che gli danno 10 o quasi. Ma la domanda di molti giocatori è: vale davvero il voto pieno? Qui le nostre impressioni sull’opera di Hidetaka Miyazaki dopo circa 30 ore di gioco.
Siamo chiari, non è un Dark Soul 4
Uno dei punti che ha subito fatto parlare di Elden Ring da tempi delle prime immagini e dei primi video è stato l’accomunamento con la saga di Dark Souls. I motivi sono chiari ma ad alimentare questo punto è stato l’aggressivo riutilizzo degli asset di Dark Souls 3. Questo aspetto è alquanto oggettivo e innegabile, e chiunque abbia giocato il terzo capitolo di Dark Souls potrà ritrovare molte animazioni e altri asset in Elden Ring. Ma questo non è per forza un lato negativo.
Se da un lato infatti FromSoftware non ha mai spiccato sotto al lato tecnico e grafico, dall’altro lato questa “carenza” non rappresenta per forza un limite in Elden Ring. Anzi, le animazioni e i moveset di ogni arma nell’open world di From sono funzionali e migliorate. Ogni arma infatti possiede delle animazioni proprie e queste sono molto reattive e funzionali. Quindi un forte miglioramento dalla “legnosità” che si avvertiva nei primi capitoli di Dark Souls. Inoltre, la vastità del mondo e la formula dell’open world eleva Elden Ring a qualcosa di molto di più di un Dark Souls 4.
L’open world di Elden Ring è qualcosa di straordinario
Quando si muovono i primi passi nelle prime ore su Elden Ring diventa subito chiaro di essere davanti a qualcosa di mai visto prima. Ora, con diverse ore di gioco alle spalle il pensiero è ancora lo stesso. Questo perché la grandezza del mondo dell’Interregno è unica. L’open world pensato dalla mente di Miyazaki è quasi rivoluzionario e innovativo. Questo porta al giocatore a non riuscire neanche a pensare ad una “recensione” o parere definitivo su Elden Ring anche con 30 o 50 ore di gioco compiute.
Capiamoci, questo può sembrare un difetto; come se il gioco non riuscisse a mostrarsi. Ma non è così. Semplicemente il mondo è vasto e pieno e si ha sempre la sensazione che c’è ancora altro di importante da scoprire. A dover fare un esempio di un altro open world simile a quello di Elden Ring il primo ed ovvio nome che viene fuori è quello di The Legend Of Zelda: Breath of the Wild. Ma anche qui, FromSoftware prende ed eleva il lavoro di Nintendo. Se tre persone si mettono a esplorare la STESSA ZONA, probabilmente tutti troveranno qualcosa che sfugge agli altri e al tempo stesso lasceranno qualcosa indietro.
Il mondo di gioco si compone di vaste zone aperte, dungeon, zone secondarie e le zone della main quest. Quest’ultimie sarebbero in pratica dei castelli dei boss principali. Questi castelli non sono altro che le “tipiche” zone che si possono incontrare in Dark Souls o in Bloodborne. Il ciò significa che sono create con un level design da paura. Ad esplorare la prima volta il Castello di Grantempesta vi ritrovate di fronte un piccolo capolavoro di level desing, con interconnesioni e luoghi della mappa studiati a regola d’arte. Una caratteristica che Elden Ring prende in pieno da zone come Anor Londo con la possibilità di saltare in giro per i piloni delle strutture e raggiungere zone in maniera quasi creativa a far da contorno.
Un’ultima nota sull’open world è la possibilità di approccio unica. Infatti, il giocatore si troverà sin dal primo momento la possibilità di andare dove gli pare. Quindi, anche a rimanere bloccati ad un boss di trama, si potrà scegliere di andarsene ed esplorare il mondo, farmando di conseguenza. Ma non è solo questo. Infatti, non esiste un ordine o una to-do list in Elden Ring. Ognuno può scegliere dove andare e cosa fare e quando farlo. Questa possibilità di scelta influisce poi sul finale e in generale sull’esperienza di gioco complessiva.
Tra difetti e pregi non pensiamo sia un 10
Se il comparto artistico e sonoro rasentano la perfezione, la stessa cosa non si può dire del lato tecnico. Sono molte le lamentele da parte di tanti giocatori per quanto riguarda le performance, soprattutto su PC. E considerando che il titolo era stato rimandato di giusto 4 settimane circa, molti si domandano se forse non era meglio rimandarlo di un altro paio di settimane. Considerando anche la paziente attesa da parte della community. Soprattutto dopo Cyberpunk 2077.
Quindi non sono stati molto tollerati i cali di frame improvvisi che si riscontrano in tutte le versioni. Con la versione PlayStation 5 che riesce a salvarsi, anche se non è assente di questi cali. E non si tratta solo di cali di frame. Il problema dei salvataggi su Steam delle scorse settimane è solo un esempio di grossi problemi che affliggono ad oggi l’opera di FromSoftware. Ovviamente sono problemi per lo più risolvibili. Nelle prossime settimane sicuramente già non si parlerà più di questi fastidiosi problemi, ma è un vero peccato vedere recensioni negative su Metacritic per una questione che sarebbe potuta essere evitata.
Per il resto, la musica e l’art design di Elden Ring possono solo ammaliare i cuori dei giocatori. Trovarsi dinnanzi località come l’Accademia di Raya Lucaria o il Fiume Siofra è qualcosa di stupendo, soprattutto per gli appassionati di Harry Potter visto le somiglianze in certi punti con Hogwarts.
In conclusione, ad oggi, per quanto magnifico, non riteniamo Elden Ring un gioco da 10. In una visione dove il voto pieno è riservato per pochi ed epocali giochi, Elden Ring si avvicina a quel 10 ma forse manca ancora di qualcosa. Forse più vicini al finale, l’opinione cambierà, migliorando ulteriormente il nostro 9,5.
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di William Tinella
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