di Lorenzo Peratoner
Stato di allerta in tutto l’Ecuador per la fuga dal carcere di uno dei boss della droga più potenti e influenti del Paese, Adolfo Macías, conosciuto anche come “Fito“. Il Presidente Daniel Noboa non ha adottato mezze misure, dichiarando lo stato di emergenza e mobilitando l’esercito per la caccia all’uomo.
Ecuador: le gang del narcotraffico e la violenza politica
“Fito” è il leader della gang “Los Choneros“, una banda di narcotrafficanti che negli ultimi anni ha contribuito a spingere l’Ecuador verso un vortice di violenza, anche politica. Nell’agosto scorso, infatti, il politico Fernando Villavicencio, candidato alle presidenziali, è stato assassinato dopo un comizio; l’aspirante presidente aveva ricevuto diverse minacce da parte delle gang del narcotraffico, a causa del suo programma fortemente votato al contenimento della spirale violenta. Non è chiaro se sia stato “Fito” a ordinare tale omicidio, in ogni caso, qualche giorno dopo l’assassinio, le forze dell’ordine l’hanno trasferito al carcere di massima sicurezza nel complesso di Guayaquil, dove, tuttavia, sarebbe fuggito domenica scorsa.
Nonostante l’uomo sia in carcere dal 2011 con una pena di 34 anni, si ritiene che abbia continuato a esercitare il suo ruolo da leader; nella giornata di lunedì, dopo la fuga, la Polizia avrebbe arrestato due funzionari per presunta complicità. Questa informazione farebbe pertanto supporre la presenza di diverse spie o complici all’interno delle forze dell’ordine, tali da aver permesso una fuga altrimenti impossibile, dato che “Fito” non poteva avere contatti con l’esterno. L’evasione, inoltre, sarebbe avvenuta poco prima del suo trasferimento presso un’altra struttura penitenziaria.
Le rivolte nelle carceri e lo stato di emergenza
La notizia della fuga ha fatto presto il giro delle carceri del Paese, dove si sono registrate numerose rivolte da parte dei detenuti; questi ultimi, addirittura, avrebbero sopraffatto e preso in ostaggio diverse guardie carcerarie, in almeno cinque prigioni. Sui social circolano dei video che ritrarrebbero delle persone mascherate e armate di coltello che tengono in ostaggio alcuni agenti; tuttavia le autorità non hanno confermato la veridicità di queste fonti.
Il neo-Presidente Noboa (in carica dal 23 novembre scorso) ha pertanto deciso di attuare una caccia a tappeto in tutto il Paese, con l’obiettivo altresì di garantire ordine e stabilità nelle carceri:
“È scaduto il tempo affinché coloro che sono condannati per traffico di droga, omicidio e criminalità organizzata dicano al governo cosa fare […] Non negozieremo con i terroristi e non ci fermeremo finché non avremo riportato la pace agli ecuadoriani”.
Lo stato di emergenza di 60 giorni prevede, tra le altre misure, un coprifuoco notturno dalle 23:00 fino alle 5:00, permettendo altresì che “le forze armate abbiano tutto il sostegno politico e legale per le loro azioni“.
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