Operazione chirurgica (@Pexels)
Una nuova tecnologia sviluppata dalla Northwestern University potrebbe trasformare radicalmente l’approccio alla stimolazione cardiaca temporanea, specialmente nei neonati affetti da patologie congenite. Si tratta di un pacemaker microscopico, più piccolo di un chicco di riso, che può essere iniettato direttamente nel corpo attraverso una semplice siringa.
Il dispositivo, del tutto privo di fili e batterie tradizionali, si attiva grazie a impulsi di luce infrarossa e si biodegrada autonomamente, eliminando qualsiasi necessità di rimozione chirurgica. Le dimensioni sono sorprendenti: 3,5 millimetri di lunghezza per 1,8 di larghezza e solo 1 millimetro di spessore, come riporta Euronews. La sua miniaturizzazione, mai raggiunta prima, consente un impianto minimamente invasivo e una straordinaria compatibilità con i cuori delicati dei neonati. Secondo i dati, circa l’1% dei bambini nasce con malformazioni cardiache che, nella maggior parte dei casi, richiedono una stimolazione elettrica solo per pochi giorni dopo l’intervento chirurgico. È proprio a questi pazienti vulnerabili che il nuovo dispositivo è destinato in prima istanza.
Il funzionamento si basa su una sinergia tra un piccolo patch esterno e il pacemaker stesso. Il sensore indossabile monitora in tempo reale il ritmo del cuore e, in caso di anomalie, invia un impulso luminoso che attraversa la pelle e attiva il pacemaker impiantato. Quest’ultimo, alimentato da una cella galvanica che sfrutta la composizione chimica dei fluidi corporei, genera l’impulso elettrico necessario a ristabilire un battito regolare. Una volta terminata la sua funzione, il dispositivo si dissolve senza lasciare traccia, grazie a materiali completamente biocompatibili e riassorbibili.
Questa tecnologia non è solo promettente per l’ambito pediatrico: le sue caratteristiche la rendono adatta anche all’utilizzo su pazienti adulti, in combinazione con protesi cardiache o per trattare aritmie complesse mediante stimolazioni localizzate e multiple. Il design consente infatti di impiantare più pacemaker in diversi punti del cuore, ognuno controllabile tramite una diversa frequenza luminosa, garantendo una precisione terapeutica superiore. Gli scienziati parlano già di una nuova era per la bioelettronica: dispositivi smart, biodegradabili e su misura per ogni paziente. Oltre al cuore, infatti, si intravedono già applicazioni per il sistema nervoso, il tessuto osseo e il trattamento del dolore cronico. Pubblicata su Nature, questa ricerca apre scenari entusiasmanti per la medicina del futuro, con un impatto concreto sui pazienti più fragili e sulla qualità delle cure.
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