Cinema & Serie TV

Demon Slayer: Il Castello dell’Infinito – Recensione tra spettacolo ed emozioni

Dopo tanta attesa e con l’hype alle stelle, il primo capitolo di “Demon Slayer: Il Castello dell’Infinito” è finalmente arrivato al cinema. Le aspettative, per uno degli anime più amati degli ultimi anni e diventato simbolo delle animazioni spettacolari, erano altissime. E bisogna ammettere che l’uscita in sala non delude: si esce dal cinema più che soddisfatti.

Infinity Castle ci trascina insieme a Tanjiro e ai Pilastri nel misterioso e terrificante Castello Infinito, la fortezza vivente dominata da Muzan Kibutsuji. Un labirinto che si piega e si trasforma a piacimento, diventando teatro della battaglia finale tra i Cacciatori di Demoni e le Lune Superiori, i servitori più potenti del Re dei Demoni.

Demon Slayer: Il castello dell’infinito – Il ritorno di Akaza

Al centro della pellicola troviamo soprattutto Akaza, la terza luna crescente, chiamato ad affrontare Tanjiro in un duello che porta con sé un carico di vendetta e memoria. Uno scontro che inevitabilmente riporta alla mente il Pilastro delle Fiamme Kyōjurō Rengoku, caduto proprio per mano di Akaza nel film “Mugen Train”.

Il film si presenta subito in grande forma: le animazioni, al limite del capolavoro, si sposano con una storyline solida ed emozionante, capace di guidare lo spettatore dall’adrenalina del combattimento all’intensità dell’epilogo. Le colonne sonore di Aimer e LiSA esaltano ogni sequenza, immergendoci completamente nell’atmosfera. Ogni battaglia non è mai solo una prova di forza: diventa un viaggio dentro le memorie, i traumi e le motivazioni di chi combatte. Sia gli eroi che i demoni vengono messi a nudo, mostrando il dolore, la rabbia e i legami che li definiscono.

Come ci ha ormai abituati l’opera di Koyoharu Gotōge e la produzione di Ufotable, anche questa volta siamo davanti a un vero e proprio spettacolo visivo: scene da incorniciare, frame che sembrano quadri in movimento. Il film è diviso in due momenti distinti: una prima parte più leggera e corale, dove trovano spazio diversi personaggi (tra cui Zenitsu), e una seconda parte più concentrata sul duello centrale, che porta l’attenzione su Akaza.

Ci sono alcune note stonate che non abbiamo particolarmente apprezzato. La prima riguarda la seconda parte, che perde leggermente di ritmo e rischia di far calare l’attenzione dello spettatore, pur riuscendo comunque a mantenere una forte carica emotiva. La seconda riguarda invece una parte lasciata in sospeso, una scelta narrativa che non abbiamo trovato del tutto convincente.

Ciononostante, lo scontro principale resta memorabile: un incontro che fin dal primo sguardo accende una scintilla di vendetta e riconoscimento reciproco, trasformandosi presto in un duello serrato e appassionante. Non è soltanto forza, ma un confronto carico di significato, in cui ogni colpo porta con sé emozioni e memorie, tenendo lo spettatore catturato dall’inizio alla fine.

 

Uno sguardo verso il futuro

Non c’è solo il demone col numero 3 nell’occhio (Akaza) – con la sua “eleganza”, a nostro parere il personaggio più serio e affascinante tra i demoni. La minaccia di Muzan e delle altre Lune Superiori incombe in ogni momento, alimentando la sensazione che il peggio debba ancora venire. Il Castello Infinito non è soltanto un teatro di battaglia, ma una prigione oscura che si rimodella senza tregua, un intricato labirinto che sembra stringersi attorno ai protagonisti a ogni passo. Ogni corridoio, ogni sala, ogni improvviso cambiamento di scenario accresce la tensione e trasmette un senso di ineluttabilità.

È come un puzzle che si compone lentamente, tassello dopo tassello, rivelando l’inevitabile destino che attende i nostri eroi, costretti a combattere fino allo stremo delle forze. L’oscurità si fa sempre più densa, i margini di speranza si restringono, e l’eco delle parole “fase finale” riecheggia costantemente, quasi un avvertimento che accompagna ogni colpo e ogni respiro. Tutto lascia presagire che la lunga battaglia sia ormai entrata nel suo atto conclusivo.

PRO

Animazioni spettacolari: un comparto visivo che rasenta il capolavoro, con sequenze curate al dettaglio e frame che sembrano quadri in movimento.

Colonna sonora avvolgente: Aimer e LiSA accompagnano perfettamente le scene, amplificando tanto l’adrenalina dei combattimenti quanto l’emozione dei momenti più intimi.

Scontri memorabili: duelli intensi che mescolano azione ed emozione, mantenendo sempre alta la tensione e regalando momenti che restano impressi.

Villain incisivi: i demoni sono ben caratterizzati, affascinanti e inquietanti, capaci di trasmettere sia minaccia che profondità narrativa.

CONTRO

Finale leggermente sotto ritmo: nella seconda parte il ritmo cala un po’, rischiando di appesantire la visione pur restando coinvolgente ed emozionante.

Una passaggio lasciato in sospeso: una scelta narrativa lasciata volutamente aperta, che però trasmette un senso di incompiuto e può non convincere tutti.

“Demon Slayer: Il Castello dell’Infinito – Il ritorno di Akaza” è un film che vale assolutamente la visione. Con animazioni spettacolari e una colonna sonora travolgente, sa tenere lo spettatore incollato allo schermo, regalando emozioni e adrenalina. Un lieve calo di ritmo nel finale non scalfisce la potenza complessiva di un’opera che segna l’inizio dell’ultimo, epico scontro.

Al botteghino il film sta ottenendo risultati notevoli e anche la critica internazionale lo ha accolto con entusiasmo: su Rotten Tomatoes vanta un 97% di gradimento con 36 recensioni professionali e un impressionante 99% di approvazione dal pubblico. Inoltre, Ufotable ha già annunciato i prossimi due capitoli della trilogia, previsti per il 2027 e il 2029, che porteranno a compimento l’adattamento dell’arco finale.

Ora non ci resta che attendere il prossimo capitolo per scoprire come se la caveranno i nostri eroi. Continuate a seguirci su Nasce, Cresce, Streamma per non perdervi nessuna novità e nessuna recensione dal mondo del cinema e degli anime!

Voto: 8

Articolo di Damiano Longo

 

Redazione Network NCI

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