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Dea dell’Olimpo! Alice D’Amato è leggendaria oro alla trave, bronzo per Esposito

di Gianluca Scognamiglio

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Che fossero dei Giochi Olimpici speciali per la ginnastica artistica italiana si era già intuito in occasione della gara a squadre. La sfortuna poi, sia nel concorso individuale “all-around” che nella finale alle parallele asimmetriche, aveva privato Alice D’Amato di una medaglia. La ruota è però girata nel verso giusto in occasione della finale alla trave: grazie a un meraviglioso esercizio e agli errori delle favoritissime, la genovese si è consacrata campionessa olimpica. Sul podio anche Manila Esposito, splendida medaglia di bronzo.

Il resoconto della gara

Alla Bercy Arena di Parigi si è scritta la storia. Il 5 agosto 2024 sarà una data indelebile per la ginnastica artistica del nostro Paese: Alice D’Amato, 21 anni, ha conquistato il titolo olimpico alla trave facendo suonare per la prima volta l’inno di Mameli nella competizione a cinque cerchi per quanto concerne questo sport, al femminile. L’atleta italiana si è imposta con il punteggio di 14.366, registrando quella che può essere definita come la sua miglior prestazione di sempre. Trionfo completato dal terzo posto di Manila Esposito, autrice di una sbavatura ma comunque capace di chiudere a 14.000. Per la cronaca l’argento è andato alla cinese Zhou (14.100).

Proprio l’atleta asiatica ha aperto la finale che la vedeva come principale favorita. Una caduta dalla trave ha compromesso però il suo risultato, penalizzandola di un punto pieno. A seguire anche l’americana Lee e la brasiliana Soares avevano compiuto diversi errori, vedendosi così tagliate fuori dalla corsa al podio. Il quarto esercizio è stato quello di Manila Esposito, la quale probabilmente avrebbe firmato per un terzo posto ma che per qualche giorno rimpiangerà uno sbilanciamento da mezzo punto, senza il quale avrebbe conquistato l’oro.

Oro che è arrivato ugualmente per l’Italia. Alice D’Amato ha portato a termine un esercizio privo di gravi errori, issandosi in testa alla classifica prima delle prove di Biles e Andrade, serie candidate al successo. La statunitense ha macchiato la sua gara con una caduta e un’ulteriore penalità di tre decimi, finendo quinta. La brasiliana (nel pomeriggio campionessa al corpo libero) non ha trovato la precisione necessaria per impensierire le azzurre, fermandosi al quarto posto.

D’Amato nella leggenda: frutto di un lavoro pluriennale

Nessuna italiana era mai salita sul gradino più alto del podio nella ginnastica artistica, in ambito femminile. Se tra gli uomini ricordiamo i trionfi di Chechi e Cassina (ma anche molti altri nelle edizioni meno recenti dei Giochi), tra le donne il massimo risultato era stato l’argento ottenuto qualche giorno fa nella gara a squadre, che aveva pareggiato l’impresa nella stessa disciplina nel 1928 e di Vanessa Ferrari al corpo libero a Tokyo.

Dopo il concorso individuale all-around, chiuso al quarto posto per un solo decimo di punto, e il quinto posto nella finale alle parallele asimmetriche, a 67 millesimi dal bronzo, Alice D’Amato ha firmato un’impresa leggendaria che la proietta per sempre nel Gotha dello sport italiano. Il clamoroso risultato della ginnastica artistica italiana, compreso il bronzo della diciassettenne Esposito, è frutto di un duro lavoro portato avanti dalla Federazione negli ultimi anni, grazie al quale la Nazionale è riuscita a imporsi prima in Europa e, successivamente, anche a livello mondiale.

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