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Per il momento si è bloccata la decisione con cui la US Court of International Trade aveva definito le tariffe illegali, stabilendo che il presidente non avrebbe l’autorità di imporre tasse globali. I dazi di Trump restano in vigore, per ora.
La Corte USA ha deciso che i dazi imposti da Trump resteranno in vigore per il momento. La Casa Bianca si era rivolta alla corte con un “appello di emergenza” contro la sentenza della US Court of International Trade che aveva bloccato le tariffe, facendo leva sul fatto che il presidente non avrebbe l’autorità di imporle. La decisione è quindi sospesa temporaneamente fino a nuovo avviso, mentre i giudici di appello esaminano i documenti delle istanze. Il consigliere per il commercio di Trump, Peter Navarro, dichiara: «l’amministrazione risponderà con forza alla sentenza del tribunale e troverà il modo di imporre i dazi anche se dovesse perdere la battaglia legale», come riporta anche SKYTG24.
Tutto è iniziato dalla decisione dei tre giudici della US CIT di New York: Jane Restani, Gary Katzmann e Timothy Reif. Hanno stabilito che Trump non ha l’autorità di imporre dazi globali e hanno annullato quelli che ha imposto ai sensi dell’International Emergency Economic Powers Act, legge del 1977 mai invocata prima sulle tariffe. Stiamo parlando dei dazi reciproci e quelli usati contro Canada e Messico con tariffe del 25% per l’immigrazione e la Cina con dazi al 20% per il fentanyl. La Corte aveva dato 10 giorni alla Casa Bianca per eliminare questi dazi, mantenendo quelli sull’acciaio, sull’alluminio e le auto.
La White House ha subito fatto ricorso, chiedendo che la sentenza venisse sospesa e annunciando, in mancanza di un pronunciando rapido, che si sarebbe altrimenti rivolta alla Corte Suprema, scaricando sulle spalle dei saggi una decisione dalle ampie ripercussioni per l’economia globale. L’amministrazione ha attaccato i “giudici attivisti” della US CIT, affermando che: «Non spetta ai non eletti decidere come affrontare adeguatamente un’emergenza nazionale».
Dietro la decisione della US CIT di bloccare i dazi di Trump c’è una piccola azienda di vini dello stato di New York. La Vos Selections è una delle società che aveva fatto causa contro le tariffe del presidente. «Quando ho fondato Vos 40 anni fa non avevo idea che mi sarei impegnato in una causa del genere, che mi sarei trovato coinvolto in un’azione contro il potere esecutivo degli Stati Uniti.» ha raccontato il fondatore di Vos, Victor Schwartz, durante un’intervista. «Volevo semplicemente importare questi vini in tutto il mondo e venderli a una comunità che la pensa come me». Ha raccontato di aver ricevuto la notizia del blocco da parte del suo avvocato mentre stava cucinando la pasta.
Un secondo giudice federale ha bloccato i dazi, questa volta per due importatori di giocattoli dell’Illinois. Il giudice Rudolph Contreras ha ordinato all’amministrazione di non riscuotere i dazi da Learinig Resources e hand2minds, entrambe con sede in Illinois, a caso in corso. Concesso all’amministrazione 2 settimane per presentare ricorso. Le due società importano giocattoli da Cina, Taiwan, Corea del Sud, Vietnam, Thailandia e India. Hanno fatto causa sottolineando che il Congresso non ha mai autorizzato il presidente a imporre i dazi.
La Cina sollecita gli Stati Uniti a cancellare i dazi unilaterali impropri, come ha dichiarato la portavoce del ministero del Commercio, He Yongqian. Dai colloqui di Ginevra di inizio mese, Pechino e Washington hanno utilizzato varie occasioni multilaterali e bilaterali per mantenere le comunicazioni aperte a vari livelli. Nel briefing settimanale, He Yongqian ha aggiunto che la Cina si è concentrata sugli abusi dei controlli americani sulle esportazioni di semiconduttori.
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Articolo di Marco Luciano Salvi
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