di Redazione NCI
Il celebre regista e sceneggiatore David Lynch, uno dei più grandi innovatori del cinema contemporaneo, è morto all’età di 78 anni. Lynch è stato un maestro del surrealismo, capace di intrecciare sogni e incubi in un linguaggio visivo unico, che ha ridefinito sia il grande che il piccolo schermo.
Nel 2024, Lynch aveva annunciato pubblicamente di essere affetto da enfisema, una malattia polmonare cronica attribuita alla sua lunga dipendenza dal fumo. In quell’occasione, aveva confidato che non sarebbe più stato in grado di uscire di casa per dirigere, una dichiarazione che aveva commosso i fan e i colleghi di tutto il mondo. La famiglia ha annunciato la sua scomparsa con un toccante post su Facebook, scrivendo: “C’è un grande vuoto nel mondo ora che lui non è più con noi. Ma, come amava dire: “Guarda la ciambella, non il buco””.
L’eredità di David Lynch: un maestro tra sogni, enigmi e rivoluzioni artistiche
Lynch lascia un’eredità incancellabile nel mondo dell’arte e del cinema. Le sue opere, caratterizzate da un’estetica onirica, personaggi enigmatici e una colonna sonora spesso affidata al compositore Angelo Badalamenti, continueranno a ispirare generazioni di cineasti e appassionati. Oltre ai film e alle serie TV, Lynch si è distinto anche come pittore, fotografo e musicista, confermando la sua natura poliedrica e la sua costante ricerca artistica.
Tra le sue opere più iconiche si ricordano i film “Eraserhead” (1977), il suo inquietante esordio cinematografico; “Velluto blu” (1986), un thriller psicologico che scava nelle ombre del sogno americano; “Mulholland Drive” (2001), un enigma narrativo che esplora il lato oscuro di Hollywood; e “The Elephant Man” (1980), il film che lo consacrò a livello internazionale grazie a otto candidature agli Oscar. Sul fronte televisivo, Lynch ha segnato un’epoca con “Twin Peaks” (1990-1991, e il revival del 2017), una serie cult che ha rivoluzionato la narrazione televisiva, mescolando dramma, mistero e surrealismo.
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Articolo di Damiano Longo
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