di Redazione Network NCI
È stata pubblicata la nota dell’ISTAT riguardo le condizioni di vita dei minori di 16 anni nel 2024. Il dato più allarmante riguarda il numero di ragazzi a rischio povertà o esclusione sociale, con forti differenze fra Nord e Sud Italia e coetanei di origine straniera.
Rischio di povertà o esclusione sociale
Nel 2024, il 26,7% dei minori di 16 anni risultava a rischio: più di un ragazzo su quattro. Questa percentuale, già preoccupante, aumenta al Sud e nelle Isole del nostro paese. I minori con cittadinanze estere sono a rischio di povertà o esclusione sociale nel 43,6% dei casi, valore molto superiore a quella dei coetanei con cittadinanza italiana (23,5%). Nel Mezzogiorno a livelli di rischio più elevati corrispondono anche differenze più ampie tra stranieri (78,2%) e italiani (40,9%). Nonostante questi squilibri, quasi la metà dei minori di 16 anni a rischio di povertà o esclusione sociale è di nazionalità italiana e vive nel Sud del Paese.
Alcuni fattori che alzano in rischio possono essere il maggior numero di minori per famiglia e la condizione di mono genitorialità. Esiste inoltre un’importante correlazione fra il grado d’istruzione dei genitori e la condizione socio-economica della famiglia. Preoccupa inoltre come le difficoltà economiche delle famiglie con minori di 16 anni sono spesso legate al pagamento di un mutuo o di un affitto.
Evoluzione negli anni
Rispetto al 2021 (anno in cui è stato svolto un analogo approfondimento sulla condizione dei minori), nel 2024 la quota di minori a rischio di povertà o esclusione sociale diminuisce di 3 punti percentuali. Tuttavia raddoppia la quota dei minori stranieri. Diminuisce anche l’incidenza della deprivazione materiale e sociale riferita ai minori che appare più marcata tra i soggetti colpiti.
Infine, l’insicurezza alimentare mostra un lieve miglioramento a livello nazionale e nel Nord, a fronte di una sostanziale stabilità nel Centro e nel Mezzogiorno. Complessivamente il 4,9% dei minori presenta segnali di insicurezza alimentare, ripartiti così: 3,1% nel Nord, 2,1% nel Centro e 8,9% nel Mezzogiorno.
Il confronto con l’Europa
Nei Paesi Ue, l’incidenza del rischio di povertà tra chi ha un’età compresa tra i 25 e i 59 anni è più elevata per coloro che, all’età di 14 anni, vivevano in famiglie con difficoltà finanziarie: nel 2023, è pari al 20% (media europea) a fronte del 12,4% registrato per coloro che sono cresciuti in famiglie con una buona condizione economica. L’Italia è tra i paesi dell’Ue che registrano le maggiori differenze..
Fonte: Istat
Articolo di Noemi Barlocco per Nasce Cresce Ignora
© RIPRODUZIONE RISERVATA