Anziana (@Shutterstock)
Il Parlamento danese ha approvato una riforma del sistema pensionistico che innalza gradualmente l’età pensionabile fino a 70 anni, il livello più alto in Europa. La misura interesserà tutti i cittadini nati dopo il 31 dicembre 1970 e sarà introdotta per tappe: dagli attuali 67 anni si passerà a 68 nel 2030, a 69 nel 2035 e infine a 70 anni nel 2040.
La decisione si inserisce nel solco della riforma avviata nel 2006, quando il governo danese introdusse un meccanismo che lega l’età pensionabile all’aspettativa di vita. L’obiettivo è quello di garantire la sostenibilità del sistema previdenziale in un contesto di invecchiamento della popolazione, assicurando nel contempo un equilibrio tra durata della vita e permanenza nel mondo del lavoro.
A partire dal 2006, la Danimarca ha adottato un modello pensionistico innovativo che collega direttamente l’età per il pensionamento all’aspettativa di vita della popolazione. Il sistema si basa sul principio che, con l’aumento della longevità, anche il periodo di permanenza nel mondo del lavoro debba essere esteso, al fine di mantenere in equilibrio il rapporto tra anni di lavoro e anni di pensione. Per garantire che tale meccanismo sia sempre aggiornato e coerente con l’evoluzione demografica, il Parlamento danese procede a una revisione delle soglie pensionistiche ogni cinque anni, valutando i dati relativi alla durata media della vita.
L’obiettivo principale è assicurare la sostenibilità a lungo termine del sistema previdenziale, in un contesto in cui la popolazione anziana è in costante aumento e il numero di persone attive si riduce progressivamente. In questo scenario, mantenere un equilibrio tra contributi versati e prestazioni erogate diventa fondamentale per evitare squilibri finanziari. La nuova legge approvata nel 2025 si inserisce perfettamente in questa visione, rappresentando la prosecuzione e il rafforzamento di un piano avviato quasi vent’anni fa. Si tratta di un passo ulteriore lungo un percorso già definito, che mira a rendere il sistema pensionistico più resiliente di fronte alle trasformazioni sociali e demografiche in corso.
Nonostante le resistenze, la riforma è stata approvata con 81 voti favorevoli e 21 contrari. Nelle settimane precedenti al voto, i sindacati hanno promosso manifestazioni contro la misura, sostenendo che lavorare fino a 70 anni potrebbe essere insostenibile per molte persone. Anche alcuni sindaci del Partito Socialdemocratico, lo stesso della prima ministra Mette Frederiksen, hanno espresso perplessità. La stessa Frederiksen, nel 2024, aveva dichiarato che sarebbe stato necessario rivedere la legge del 2006. Tuttavia, la proposta è andata avanti e ha ottenuto il via libera parlamentare.
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Articolo di Biagi Linda
Fonte: TGCOM24
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