Ubisoft
Ubisoft è in crisi da molto tempo, e questo è un dato di fatto. La mancanza di costanza e identità con molte delle sue IP, eccezion fatta per Assassin’s Creed e Far Cry, ha portato l’azienda francese a perdere fiducia tra i fan e a navigare in acque sempre più difficili. Proprio ieri è stato rinviato per l’ennesima volta Assassin’s Creed Shadows, l’ultima possibilità di Ubisoft per conquistare la fiducia (ormai persa da anni) dei suoi fan.
Ma cosa ha portato Ubisoft a diventare così anonima? Analizziamo la situazione passo per passo.
Ubisoft prima era unica nel suo genere. Titoli come Assassin’s Creed II, Brotherhood e Revelations hanno definito una generazione di videogiochi, e persino dopo scivoloni come il lancio problematico di Unity, la compagnia riusciva a riprendersi con dignità, dimostrando rispetto per la sua community.
Ma quindi cosa è cambiato? Sicuramente il cambio di direzione della serie di Assassin’s Creed è stata una ventata di aria fresca, ma forse è cambiato fin troppo. Le radici del parkour e delle grandi storie a cui eravamo abituati sono ormai andate in fumo, con solo grandi mappe da esplorare e missioni secondarie ripetitive.
E vi ricordate Watch Dogs? Una serie dalle grandi opportunità, che segnava un netto distacco dalla serie di Grand Theft Auto grazie al suo hacking strepitoso. Il primo capitolo insieme a Legion non sono stati granché, ma il secondo capitolo faceva capire come Ubisoft ci tenesse a questa IP, tremendamente abbandonata insieme alla serie TV che era in sviluppo.
Per quanto riguarda Far Cry, il franchise si è adagiato sul successo di Far Cry 3 e 4, ma da allora non è riuscito a evolversi davvero, rimanendo un prodotto mainstream senza particolari spunti innovativi.
Capite cosa voglio dire? Prima Ubisoft riusciva a dimostrare qualcosa in più rispetto ad adesso, in un mercato pieno di grandi idee e innovazioni. Si è cullata nel suo successo personale, ripetendo all’infinito la solita formula open world che anziché essere dei punti di forza, sono diventati un cliché bello e buono, con i soliti punti di sincronizzazione e avamposti.
Ora, Ubisoft è ufficialmente in vendita, e resta da vedere chi acquisirà l’azienda e come deciderà di sfruttare le sue proprietà intellettuali. Potrebbe essere l’opportunità per dare nuova linfa a franchise dimenticati e rilanciare l’azienda sul mercato globale.
C’è ancora speranza, ma è chiaro che Ubisoft deve cambiare rotta. Ritrovare un’identità forte, innovare nei suoi prodotti e, soprattutto, ricostruire il rapporto con i fan sono passi fondamentali per uscire da questa spirale negativa.
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