di Lorenzo Fazio
Con la recente uscita delle serie anime Edgerunners, Cyberpunk 2077 è riuscito a riacquisire parecchia popolarità nella community. In seguito ai grossolani errori commessi da CD Projekt Red prima e dopo il rilascio del gioco, Edgerunners è stata una vera benedizione.
Finalmente, e anche giustamente, la cattiva fama di Cyberpunk 2077 si sta ripulendo. Sempre più giocatori stanno riprendendo in mano il titolo in queste settimane, riscoprendolo molto cambiato e libero da quella fastidiosa moltitudine di bug. Insomma, l’alta qualità del titolo, che comunque è sempre stata ben presente, sta riuscendo piano piano a mostrarsi, anche se c’è moltissima strada ancora da fare.
Oltretutto, pochi giorni fa, CD Projekt Red ha annunciato che il team sta già lavorando a un sequel del titolo (nome in codice Orion) forse volendo proprio cavalcare questa onda di popolarità. Di fronte a una tale notizia, non si riesce bene a prendere posizione. Da una parte, si può essere emozionati ma anche spaventati. Tutto dipende da quelle che saranno le mosse future dell’azienda polacca. Cerchiamo, dunque, di capire proprio come dovrebbe comportarsi con lo sviluppo e il lancio di Orion.
L’errore più grande di CD Projekt Red con Cyberpunk 2077
L’abbiamo già detto e ormai sempre più persone se ne stanno rendendo conto: Cyberpunk 2077 non è brutto gioco. Ma allora perché il suo lancio è stato così disastroso? Per due motivi principali, i più palesi e scontanti: i bug e l’hype. Se il primo riguarda il gioco in sé e l’effettivo lavoro (inizialmente assente) di ottimizzazione del prodotto, il secondo è un errore molto più sottile.
La società moderna dell’intrattenimento, ormai, vive grazie all’hype. Per i pochi lettori che non lo sapessero, hype è un termine inglese che potrebbe essere tradotto con “gonfiamento“. Non a caso, indica proprio quel tipo di marketing finalizzato a “gonfiare” un prodotto e le aspettative del pubblico nei suoi confronti. L’industria videoludica (ma non solo, in generale quella dell’intrattenimento, tra serie tv, cinema e musica) sta basando le proprie campagne pubblicitarie proprio su questo concetto.
Il pregio è che, hypando i fan, le aziende riescono a convincere molto efficacemente il proprio pubblico a comprare il frutto del loro arduo lavoro (sia questo un gioco, un biglietto per il cinema o un album). Si convince la massa che il proprio prodotto sia estremamente valido, spesso usando trailer assurdamente gonfiati (appunto) dal lato visivo, inserendoci musiche epiche e magari qualche importante celebrità.
Il rischio, però, è che una volta diradatosi tutto questo polverone, all’uscita del prodotto, rimanga qualcosa di veramente insignificante e di poco conto. Ecco dunque che l’intera campagna pubblicitaria di un’azienda si ritorce contro lei stessa: i fan, forse un po’ “boccaloni”, ma sicuramente non stupidi, iniziano a rendersi conto di essere stati meramente illusi e si adirano incredibilmente contro quella stessa casa di produzione.
Ecco, CD Projekt Red ha fatto tutto questo con la advertising campaign di Cyberpunk 2077. Trailer incredibili, promesse di un gameplay variegato, action e frenetico, un sistema di scelte e di personalizzazione incredibilmente articolato e una storia toccante e piena di azione. Ah, e ovviamente non dimentichiamoci di come ci abbiano schiaffato dentro il carismatico volto di Keanu Reeves. Insomma, Cyberpunk 2077 sarebbe dovuto essere un gioco veramente breathtaking! Peccato che le cose, soprattutto su console old gen, siano andate diversamente. Molto diversamente.
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