di Enea Bacciocchi
“Invitiamo tutti gli americani ancora in Ucraina a lasciare il Paese immediatamente“. Sono queste le parole inviate dal segretario di Stato USA, Antony Blinken, in riferimento ad “un’accelerazione drammatica” nel dispiegamento di forze russe sul confine ucraino.
Più volte il leader russo Vladimir Putin, insieme al Ministro degli esteri Lavrov, hanno ribadito di non voler avviare un conflitto ed invadere l’Ucraina. Le mosse diplomatiche e strategiche messe in atto finora però, fanno presagire tutt’altre intenzioni. La crisi in atto tra i due Stati confinanti non aveva mai avuto precedenti così tesi, ad eccezione della guerra di Crimea (2014), terminata con l’annessione del territorio alla Russia.
I motivi del conflitto tra Ucraina e Russia
Il presidente Putin sostiene da tempo che russi, ucraini e bielorussi debbano essere lo stesso popolo, e che dovrebbero tutti vivere in un unico Stato a guida russa. Lo stesso presidente giudica pericolosi e una sfida al potere di Mosca, gli ingressi nella NATO di alcuni Paesi dell’ex blocco sovietico (come ad esempio l’Ucraina, nell’organizzazione dal 1994). Lo Stato con capitale Kiev, fino al 1991 faceva parte dell’Unione Sovietica; la sua separazione dalla Russia ha poi portato Putin a definirla come “la più grande catastrofe geopolitica”.
Dopo il crollo del regime comunista nel 1991, molti Stati filo-sovietici, oltre l’Ucraina, sono entrati a far parte dell’alleanza internazionale. La Russia così, si è ritrovata isolata dal mondo occidentale; ciò ha portato grande preoccupazione negli occhi di Putin. Infatti, il leader russo è preoccupato del possibile assedio sul fronte ovest, proprio da parte di alcuni Stati, un tempo facenti parte del blocco sovietico.
Il conflitto avverrà?
Sotto il regime di Putin, Mosca non ha mai mostrato remore di fronte all’uso della forza per risolvere conflitti ‘diplomatici’. La Russia può anche contare sulle divisioni interne nel fronte occidentale, con Germania e Italia particolarmente legate al potere della capitale. Gli USA invece, sono pronti ad intervenire al primo squillo di pericolo, vista la loro enorme preoccupazione dell’insorgimento russo.
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Di Enea Bacciocchi
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