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Costa Azzurra: lascia 500 euro di mancia, viene inseguito perché troppo bassa

di Lorenzo Peratoner

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La Costa Azzurra è da anni sinonimo di esclusività ed eleganza, tuttavia, sulla scia delle ultime notizie, anche dell’eccesso; un superamento del limite che ha infatti coinvolto un italiano facoltoso, che, una volta lasciato un compenso extra di 500 euro, è stato inseguito da un cameriere per “correggere” quella già lauta mancia con una da almeno 1.000 euro, considerata più consona per il luogo.

Costa Azzurra: dalla regina dell’esclusività allo screening discriminatorio

Le fonti originali di questa notizia sono i quotidiani locali Nice Matin e Var Matin, che, nelle settimane scorse, hanno lanciato una vera e propria inchiesta sulle pratiche scorrette attuate da molti locali della Costa Azzurra. Un amico francese dell’italiano coinvolto ha riportato questo fatto, che rappresenta solamente la superficie di quello che la sindaca Sylvie Siri ha definito come un vero e proprio “racket” ed “estorsione“.

Secondo i quotidiani locali, infatti, alcuni bar e ristoranti attuerebbero uno “screening” dei propri clienti, registrando i loro nomi, le consumazioni e, soprattutto, la mancia finale. Il funzionamento è molto semplice: non si fa parte della lista? Allora diventa impossibile prenotare, chiamando in causa una presunta occupazione completa per il mese di agosto, rindirizzando così i clienti verso altri locali più economici.

Si tratta effettivamente di un database che gerarchizza i propri clienti sulla base della loro facoltà economica, delineando in maniera chiara i clienti di “serie A” e di “serie B”. In una località rinomata come la Costa Azzurra è normale imbattersi in locali prestigiosi e lussuosi, tuttavia questa pratica si traduce in una forma di discriminazione dei propri consumatori.

QR code: la panacea per le pratiche scorrette?

La sindaca, infatti, sta provando ad arginare questa deriva di esclusività, tappezzando i locali con un QR code, facenti parte del cosiddetto “Signal Conso“, una piattaforma attraverso cui i clienti possono segnalare eventuali abusi e pratiche scorrette, come quella avvenuta con l’italiano protagonista della vicenda.
Oltre a questa deriva, un’altra pratica comune è quella del “minimum spending“, per cui è obbligatorio spendere una cifra minima di consumazione per avere un posto a tavola; si tratta di numeri che possono tranquillamente superare i 1.500 euro. É evidente, quindi, che queste politiche stiano ledendo l’immagine pubblica della costa, e, forse, il maggiore coinvolgimento dei cittadini e dei turisti mediante il “Signal Conso” potrebbe rivelarsi un valido deterrente per limitare gli eccessi.

Fonti: TGCOM24, Il Messaggero

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