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Corea del Sud: un anno in meno per tutta la popolazione!

Non è raro trovare riferimenti in film, videogiochi o libri di particolari avventure per trovare l’elisir dell’eterna giovinezza. Ovviamente è solo una leggenda, eppure sembra che in Corea del Sud, la popolazione intera possa ringiovanire di un anno.

Stando a quanto riportato da TGCOM24 non si tratta di magia, quanto più di una proposta del nuovo Presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol. In Corea, difatti, il metodo per contare l’età anagrafica differisce da quello valido a livello internazionale. O meglio, più che differire, sarebbe più corretto dire che non è l’unico ad essere utilizzato. All’interno del Paese, vi sono attualmente ben tre metodi vigenti per calcolare l’età anagrafica dei cittadini, ma non vi è uniformità da parte del Governo nell’usarne uno solo.

Diversi metodi per contare l’età

Nella maggior parte delle procedure legali, si fa riferimento alla data di nascita delle persone, e dunque al metodo internazionale. Quest’ultimo, arrivato solo nel 1962 in Corea del Sud, consiste nel contare l’età considerando come primo anno quello successivo alla nascita. Per casistiche particolari, in riferimento a reati di violenza sessuale e al servizio militare, il metodo ufficiale stabilito del Paese è però un altro.

Infatti, il metodo adottato permette ai cittadini di acquisire un anno di età in più il primo di gennaio successivo alla loro nascita. In questo modo, un individuo nato a dicembre 2020, avrebbe due anni già nel gennaio 2022, senza dover attendere la fine dell’anno. L’ultimo metodo di conteggio anagrafico è l’età coreana, valida a livello sociale. In poche parole, alla nascita si ha già un anno di età, e si invecchia universalmente il giorno di Capodanno, senza considerare l’effettiva data di compleanno.

Corea, ringiovanire di un anno

Secondo il nuovo Governo di Seul, tuttavia, il metodo sudcoreano è dispendioso e non necessario. Adeguando quindi l’età anagrafica della popolazione coreana, i cittadini ringiovanirebbero di un anno. Apparentemente sembra una decisione da poco, ma i motivi che vi sono dietro derivano da diverse problematiche. Una fra tante, ci sarebbe anche la campagna vaccinale anti-Covid, risolta in una grande confusione circa la divisione in fasce d’età.

Questa modifica rappresenta una svolta dal punto di vista culturale, e dovrebbe risolvere molti dei problemi legati alla burocrazia coreana. Basti pensare che una persona nata, ad esempio, il 30 dicembre del 1995, seguendo i diversi metodi di conteggio, potrebbe avere oggi tra i 26 e i 28 anni.

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Lorenzo Scorsoni

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