La guerra va avanti ormai da 88 giorni e, purtroppo, non vi sono segnali che fanno sperare per una possibile fine del conflitto. Di conseguenza, alcune personalità politico-diplomatiche della Russia che nei primi giorni del conflitto non hanno espresso la loro opinione, ora stanno uscendo allo scoperto a causa di sconforto ed esasperazione dovute ad una guerra che non finisce mai. Il primo diplomatico ad esprimere il suo dissenso in merito alla guerra in Ucraina è stato Boris Bondarev, consigliere russo alle Nazioni Unite.
Il consigliere russo Bondarev ha annunciato le sue dimissioni da consigliere della missione russa alle Nazioni Unite a Ginevra. I motivi di tale presa di posizione sono legati al conflitto avviato dalla Russia di Putin. Infatti, il consigliere ha affermato: “Disapprovo profondamente quello che il mio Governo sta facendo e ha fatto da febbraio”. Inoltre, Bondarev ci ha tenuto a precisare che “la guerra aggressiva scatenata da Putin contro l’Ucraina, e di fatto contro il mondo occidentale, non è un solo crimine contro il popolo ucraino, ma anche il crimine forse più grave contro il popolo russo”.
Naturalmente, la posizione di Bondarev, secondo quanto riferito alla BBC dallo stesso consigliere, non rappresenta la maggioranza: la sua è una posizione definibile ‘fuori dal coro’, ossia minoritaria. Bondarev, a tal proposito, si è espresso sulle pratiche e sul clima che si vive nel paese russo. Ha, infatti, affermato: “Penso che la maggior parte delle persone segua la propaganda e quello che i superiori dicono loro”. Bondarev ha, poi aggiunto: “Quando lavori al Ministero lavori all’interno di una gerarchia, quindi devi obbedire a quello che ti dicono i superiori. E per molti anni qualsiasi approccio critico è stato cancellato”. Inoltre, Boris Bondarev ha anche criticato il ministro degli Esteri Lavrov, asserendo che “in tutti questi vent’anni il livello di menzogne e la mancanza di professionalità nel lavoro del ministero degli Esteri sono cresciuti costantemente”.
Le parole del consigliere in merito alle pratiche compiute nei venti anni di governo dal regime di Putin hanno un significato molto pesante. Difatti, quello che denuncia Bondarev è un Governo di tipo autoritario che fa della repressione del dissenso una pratica ormai ben consolidata. Non vi è opposizione o libertà di coscienza nella Russia di Putin, tutto è subordinato all’autorità dell’autocrate ex-KGB. Perciò, molteplici giornalisti e oppositori politici hanno pagato con punizioni severe, talvolta con la morte, le loro posizioni anti-conformistiche. Questo è il paese che denuncia il consigliere Bondarev e, in virtù di quanto appena detto, la sua è da considerarsi un’azione coraggiosa.
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