di Gabriele Nostro
Oggi, 8 ottobre 2022, stando a quanto riportato da ANSA, il ponte di Kerch che collega Russia e Ucraina, è stato danneggiato da un incendio, presumibilmente causato da un camion-bomba. Non sarebbero state ritrovate vittime, e la rimessa in sesto della via sta già rapidamente procedendo. Ma l’importanza dell’attacco, affermano gli esperti, non coincide con la sua materiale portata…
La “rivendicazione” dell’Ucraina e le motivazioni dell’atto
Secondo quanto affermato dall’agenzia di stampa, Mosca avrebbe accusato Kiev per l’accaduto; Kiev però, non se ne fa una colpa, ma una responsabilità. È in particolare il Consigliere del Presidente ucraino Mykhalo Podoliak a “rivendicare” indirettamente l’attacco, scrivendo su Twitter:
“Crimea, il ponte, l’inizio. Tutto ciò che è illegale deve essere distrutto, tutto ciò che è stato rubato deve essere restituito all’Ucraina, tutto ciò che appartiene all’occupazione russa deve essere espulso”.
Zelensky poi, avrebbe negato l’ipotesi di un diretto coinvolgimento nell’accaduto [Open]:
“Verrà sicuramente il giorno in cui riferiremo anche dei successi militari nella regione di Zaporizhzhia, in quelle aree che sono ancora controllate dai russi. Verrà il giorno in cui parleremo anche della liberazione della Crimea. Questa prospettiva è ovvia.
C’è ancora molto da sopportare, molto da fare, sia per gli ucraini che per i nostri partner, per tutti coloro che apprezzano la libertà e il diritto internazionale”.
Le dichiarazioni sono da valutare come un preannuncio, o si tratta di un nesso parole-fatti casuale? Intanto la Russia incassa il colpo, e si prepara a recuperare terreno, parzialmente militarizzato dagli ucraini.
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