di Redazione Network NCI
Questo pomeriggio, intorno alle 15.30 (ora italiana), si è tenuta una conferenza dell’Fbi nello Utah, nella quale le autorità hanno confermato l’identità del giovane sospettato dell’omicidio di Charlie Kirk, avvenuto il 10 settembre con un colpo d’arma da fuoco.
L’omicidio
Lo sparo è partito davanti ad una folla nell’università dello Utah (la Valley University di Orem, vicino a Salt Lake City), in uno degli incontri che il blogger americano Charlie Kirk aveva denominato “prove me wrong” (in italiano, “dimostra che mi sbaglio”) nel corso dei quali il 31enne sfidava chiunque a dimostrargli di aver torto. Questi incontri venivano organizzati spesso dal giovane influencer e dalla sua organizzazione no-profit “Turning Point“, fondata nel 2012. Con essa Charlie Kirk era diventato il punto di riferimento per molti giovani repubblicani affiliati a Trump.
Diversi video pubblicati online mostrano Charlie Kirk colpito al collo da un proiettile e crollare subito a terra. Il panico si è subito diffuso nel campus e i presenti hanno cominciato a urlare e a fuggire in tutte le direzioni. Poche ore dopo la sparatoria, è stato comunicato il decesso dell’attivista americano. La notizia della sua morte ha destato subito sdegno in entrambi i partiti politici. Spencer Cox, il governatore dello Utah, ha definito l’omicidio “un assassinio politico“, sebbene non fosse stato ancora reso noto il movente. Di seguito l’intervento del presidente Donald Trump su Charlie Kirk e sul suo omicidio:
“Per anni, la sinistra radicale ha paragonato americani meravigliosi come Charlie ai nazisti e ai peggiori assassini di massa e criminali del mondo. Questo tipo di retorica è direttamente responsabile del terrorismo a cui assistiamo oggi nel nostro Paese e deve cessare immediatamente.“
Chi è l’assassino di Charlie Kirk
L’assassino è un ragazzo di 22 anni di nome Tyler Robinson, originario dello Utah, lo ha confermato questo pomeriggio l’Fbi in una conferenza stampa nello Utah. Ad identificarlo è stato il padre, dopo aver visto le immagini diffuse dalle autorità in seguito alla sparatoria. In seguito, secondo quanto dichiarato in conferenza stampa, l’uomo avrebbe chiamato un pastore per chiedere aiuto. Tyler Robinson avrebbe poi confessato l’omicidio al padre, il quale lo ha portato a costituirsi.
Secondo quanto dichiarato dal governatore dello Utah, Spencer Cox, Tyler Robinson si era confrontato con un familiare poco prima del 10 settembre e avrebbe spiegato come “non gli piaceva né lui né le opinioni che aveva“. Nello specifico Robinson riteneva che: “Kirk era pieno di odio e diffondeva odio“.
Sempre secondo quanto riferito da Cox, gli investigatori hanno interrogato il coinquilino di Tyler Robinson, il quale ha mostrato loro dei messaggi su Discord tra lui e un account dal nome “Tyler“. In essi, tale account affermava la necessità di recuperare un fucile da un punto di consegna, lasciarlo in un cespuglio, sorvegliare l’area in cui il fucile era stato lasciato e di tenerlo avvolto in un asciugamano. Nei messaggi si parlava anche di incidere dei proiettili, di un mirino e di quanto il fucile fosse “unico”.
Secondo quanto riportato dal Daily Mail, Tyler Robinson usava armi da quando era bambino. C’è almeno una foto che lo ritrae con in mano una mitragliatrice M2 Browning calibro 50.
In base a quanto emerso, sembrerebbe che il 22enne abbia agito da solo, sebbene le indagini siano ancora in corso.
Scritto da: Gaia Cobelli
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