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Compagnia dell’Anello in real life: l’intervista esclusiva all’ideatore dell’impresa

di Domenico Scala

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Compagnia dell’Anello in real life: avrete sicuramente sentito parlare di questa bizzarra formazione di Uomini, Nani, Hobbit ed Elfi che dalla Terra di mezzo (le campagne dell’Abruzzo) ha viaggiato fino al Monte Fato (il Vesuvio) per compiere la propria missione: gettare nel cratere l’Unico anello e salvare così il destino di tutti i popoli. E il punto di partenza non poteva essere che la Contea Gentile, a Bucchianico, in provincia di Chieti. Da lì, oltre 220 chilometri di viaggio tra castelli, boschi e leggende dell’Italia centrale, percorrendo in media 25-30 chilometri al giorno. Un’impresa dal fascino enorme, specie per tutti gli appassionati dell’universo creato da Tolkien. 

Compagnia dell’Anello – Nicolas Gentile, l’hobbit italiano famoso in tutto il mondo

L’uomo dietro questa meravigliosa avventura a metà tra realtà e fantasia si chiama Nicolas Gentile, e noi di Nasce, Cresce, Ignora l’abbiamo raggiunto per farci raccontare qualche retroscena in più su questa folle impresa tutta italiana che sul web ha fatto il giro del mondo.

 

Caro Nicolas, ci racconti come è nata l’idea di questa particolare Compagnia dell’Anello?

“Verso il mese di Maggio mi sono reso conto che il progetto “Contea Gentile” ancora non era arrivato a tutti. Allora mi sono chiesto cosa potessi fare di grandioso per riuscire a calamitare l’attenzione su questo progetto. Perché non fare ciò che avevano già fatto gli altri hobbit? Partire dalla Contea con un anello per gettarlo nel vulcano più vicino. Nasce tutto da qui, da questa idea. Poi ho lanciato un contest per selezionare sei membri della Compagnia, a cui hanno partecipato più di 300 persone!”.

Quanto tempo di preparazione ha richiesto organizzare questa impresa?

“Da Maggio ad Agosto. Il tempo necessario per scegliere l’itinerario migliore e istruire la Compagnia su quello che avremmo dovuto fare e su come l’avremmo dovuto fare, mentre ho preparato personalmente i vestiti adatti da indossare. Poi abbiamo contattato i vari Comuni dove saremmo passati, e devo dire che ci hanno accolto tutti molto generosamente”.

Da quanto tempo siete fan di Tolkien e delle sue opere?

“La maggior parte di noi è fan da sempre de “Il signore degli anelli”,  fin dalla tenera età, anche se non so dirvi esattamente come sia nata per ognuno questa passione”.

Avete in programma altre avventure del genere, legate ad altre opere fantasy?

“Non ne abbiamo ancora parlato. C’è però sicuramente la voglia di organizzare altri viaggi simili, non so se con la Compagnia dell’Anello o con altre persone, vista la mole di richieste arrivata. Se il progetto della “Contea” sarà ultimato, probabilmente potremmo coinvolgere più persone già dall’anno prossimo”.

Durante il viaggio, chi è stato il vostro Sauron?

“Il nostro Sauron è stata l’organizzazione logistica. Dovevamo ogni volta montare e smontare le tende mattina e sera. C’era con noi un fotografo che ci seguiva in macchina, e a cui affidavamo di volta in volta sacchi a pelo o altro. Abbastanza faticoso soprattutto la sera, quando eravamo stanchi morti”.

Quanto è stato faticoso portare a termine quest’avventura?

“Per quanto mi riguarda è stato meno faticoso del previsto. Ero preparato a questa lunghissima camminata, ma in compagnia e facendo tutte le attività correlate è risultato tutto estremamente gradevole e meno pesante di quello che ci aspettassimo, anche perché abbiamo ricevuto tanto aiuto da parte delle persone. In particolare in Molise, ci eravamo persi per ore in mezzo ai boschi, finché a Rionero Sannitico, il sindaco e gli abitanti di questo paesino ci hanno offerto di tutto, dai pasti fino ad un posto dove dormire. Stessa cosa il giorno seguente a Sesto Campano, dove l’associazione Combat Road ci ha offerto anche una cena luculliana, a dir poco”.

Durante il cammino, avete vissuto qualche esperienza strana o “inspiegabile”?

“Il terzo giorno, nel bosco di Sant’Antonio, ad un certo punto sentiamo una musica elfica e vediamo delle figure femminili incappucciate, con delle lanterne in mano. Era opera di uno dei membri della Compagnia, che aveva chiesto ad amici e parenti di raggiungerci nel bosco. Non un evento inspiegabile, ma molto molto suggestivo sicuramente”.

Puoi provare a raccontarci l’emozione che avete provato nel momento in cui avete gettato l’anello nel Vesuvio e il vostro viaggio è giunto al termine?

“Un momento davvero particolare. Già il giorno prima eravamo tutti un po’ malinconici, perché sapevamo di essere arrivati alla fine del viaggio e che ci saremmo separati a breve, anche perché ognuno abita in parti diverse d’Italia. Abbiamo legato molto e ci ha aiutati anche il fatto di essere rimasti per una settimana “fuori dal mondo”; ma eravamo anche molto felici e consapevoli che la nostra impresa aveva raggiunto un boom sui social non da poco, soprattutto gli ultimi giorni. Questo è stato motivo di orgoglio. Dopo aver gettato l’anello ci siamo abbracciati tutti in cerchio e siamo scoppiati a piangere. Un grande mix di emozioni, è stata davvero molto forte come esperienza. Davvero bella!”.

La Compagnia dell’Anello è strettamente legata al progetto “Conte Gentile”. A che punto siamo?

“Al momento c’è una casetta Hobbit, piccola ma funzionale. La vera Contea però deve ancora arrivare. A breve partirà un crowdfunding per sostenere il progetto, perché un hobbit da solo non riesce a costruire una contea, ma tutti insieme invece riusciamo a costruire un luogo e un mondo fantastico. Se tutto andrà bene, già dal prossimo anno la Contea sarà realtà”.

 

 

Cosa puoi dirci riguardo il coinvolgimento di Elijah Wood (Frodo), Sean Astin (Sam) e Billy Boyd (Pipino) in questa storia? Abbiamo notato sui social un video da parte loro a sostegno della campagna di crowdfunding per la realizzazione della Contea…

“Li ho contattati tramite la piattaforma Cameo per chiedere loro un sostegno, magari in italiano. La verità è che poi hanno parlato molto più di quello che avevamo chiesto, esprimendo grande ammirazione per quello che stiamo facendo, e ha fatto scalpore che si spendessero tanto per un progetto tutto italiano. Inutile dire che fa oltremodo piacere ricevere messaggi del genere. Pur essendo attori famosi in tutto il mondo sono umili e gentilissimi, hobbit in tutto e per tutto”. 

Storie come la vostra diventano spesso virali, e strappano un sorriso. Ma quanto è importante incentivare le persone a credere sempre nei propri sogni, anche a quelli più folli agli occhi di chi non li comprende?

“Parte del progetto consiste proprio in questo, far capire che il mondo può essere salvato. Però una persona sola, o un piccolo gruppo di persone, non può salvare tutto il mondo. Ognuno deve salvare il suo piccolo pezzo di mondo. Il terreno che ho scelto per costruirci la Contea era per metà una discarica a cielo aperto, l’ho fatta bonificare completamente, ci ho ripiantato gli alberi e adesso è un bel luogo. All’inizio del viaggio tutti mi dicevano: “Con questa panza dove vuoi andare?” Eppure ce l’ho fatta, e sono un Pinco Pallino qualunque. Ma se un Pinco Pallino qualunque riesce a portare a termine un’impresa del genere e a costruire una contea, allora chiunque può realizzare i propri sogni e salvare il suo piccolo pezzo di mondo”.

 

 

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di Domenico Scala

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