Ah, la Cina. Un Paese bellissimo, culla di una cultura tanto antica quanto rappresentativa, che nel corso dei secoli è stata esportata in giro per il mondo. Dalle lanterne volanti agli involtini di carne, dal drago coi baffi al calendario con gli animali: ormai la tradizione cinese è entrata a far parte dell’immaginario collettivo, dando vita (come sempre accade) ad una serie di stereotipi più o meno realistici.
Uno di questi, forse il più diffuso, è che i cinesi hanno un’incredibile attitudine lavorativa e un’abnegazione della fatica davvero invidiabile. Per carità, generalizzare è sempre sbagliato, ma l’ultima notizia arrivata dall’estremo oriente sembra confermare, o smentire, dipende dai punti di vista, almeno in parte, questa tesi. Due operai della provincia dello Shanxi sono infatti stati arrestati per aver aperto un enorme buco nella Grande Muraglia cinese, monumento simbolo del Paese. Il motivo? La presenza della cinta muraria obbligava i due ad aggirarla per recarsi sul luogo di lavoro, perdendo tempo e forze.
I due colpevoli sono un uomo di 38 anni e una donna di 55, entrambi operai e addetti all’utilizzo di un escavatore. La coppia, dopo aver notato l’eccessiva lunghezza del percorso fra le loro abitazioni e il luogo di lavoro, ha pensato bene di aprire un varco nella Grande Muraglia per farci passare il macchinario, stringendo per bene le tempistiche.
Un piano efficiente e studiato alla perfezione, se non fosse che per farlo hanno dovuto eliminare una parte del monumento più importante del Paese. Costruita sotto la dinastia Ming, l’enorme opera difensiva si snoda per circa 8850 km nel nord della Cina e per secoli ha protetto il territorio dalle invasioni barbariche provenienti dal settentrione.
Dichiarata patrimonio UNESCO e inserita fra le 7 meraviglie del mondo, rappresenta una delle tappe turistiche più gettonate dell’intero continente asiatico. Ma nonostante il suo tratto aperto al pubblico sia immediatamente riconoscibile, non tutti sanno che alcuni tratti della Muraglia sono decisamente meno imponenti di altri.
È questo il caso della provincia dello Shanxi, che non essendo una zona di estremo confine ha avuto meno bisogno di essere fortificata a dovere. Qui le mura sono più basse e meno curate, coperte dalla polvere e dal terriccio. Proprio per questo la difesa dei due operai si basa sulla possibilità di non aver riconosciuto l’opera, scambiandola per delle rovine di poco valore.
I colpevoli sono stati arrestati e ora sono accusati di danni irreversibili alla Grande Muraglia Ming e alla sicurezza delle reliquie culturali. Un capo d’imputazione particolarmente grave, soprattutto considerando la risonanza mediatica che questo episodio ha avuto in giro per il mondo.
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