di Redazione NCI
Un attacco missilistico nella notte tra il 13 e il 14 febbraio ha colpito la centrale nucleare di Chernobyl, in Ucraina. La caduta della testata ha provocato un’esplosione e un incendio nel sarcofago che ricopre il reattore numero 4, teatro del disastro nucleare del 1986. Secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, l’attacco sarebbe stato condotto da un drone russo equipaggiato con una testata esplosiva ad alto potenziale.
Zelensky accusa la Russia: “Minaccia terroristica globale”
Attraverso un messaggio su X, Zelensky ha denunciato che “l’unico Paese al mondo che attacca siti del genere e conduce una guerra senza alcun riguardo per le conseguenze è la Russia di oggi”. Ha poi ricordato che il sarcofago di Chernobyl è stato costruito grazie alla collaborazione tra Ucraina, Europa e Stati Uniti, come riporta ItaliaOggi. Sembra inoltre che l’attacco avrebbe provocato danni significativi alla struttura di contenimento. Al momento non si registrano fughe radioattive. L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) ha confermato che i livelli di radiazione all’interno e all’esterno della centrale restano stabili, pur continuando a monitorare la situazione.
Il Cremlino smentisce: “Manipolazione di Kiev”
Mosca ha respinto ogni accusa, definendo la versione ucraina “una provocazione”. Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha dichiarato ai giornalisti che la Russia “non ha attaccato alcuna infrastruttura nucleare”, aggiungendo che simili affermazioni rientrano nelle strategie di manipolazione del governo di Kiev. L’incidente avviene in un momento di forti tensioni internazionali. A Monaco di Baviera si tiene la Conferenza sulla sicurezza, incentrata sui rapporti tra Unione Europea e Stati Uniti e sulle prospettive di pace in Ucraina. Zelensky è atteso per un incontro bilaterale con il vicepresidente americano Vance. L’attacco alla centrale di Chernobyl, luogo simbolo della fragilità nucleare, riaccende il dibattito sulla sicurezza degli impianti atomici in zona di guerra.
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