Cinema & Serie TV

“Chernobyl”: la miniserie che ha battuto “Il Trono di Spade”

“Chernobyl” è una miniserie in cinque parti a sfondo storico uscita tra giugno e luglio del 2019. Ideata e scritta da Craig Mazin e co-prodotta da Sky e HBO, ripercorre uno dei capitoli più bui della storia contemporanea. La serie ha ottenuto un grandissimo successo e molti premi, tra cui 10 Emmy, 2 Golden Globe e 1 Grammy. Il quotidiano britannico The Guardian la posiziona al terzo posto tra le migliori serie del 2019. Ma cerchiamo di capire cosa si cela dietro al suo enorme successo di critica e pubblico.

Chernobyl: tra realtà e fiction

Non appena sentiamo la parola “Chernobyl” tutti sappiamo di cosa si tratta. Il 26 aprile 1986, precisamente alle ore 01:23 del mattino, il reattore 4 della centrale nucleare V.I Lenin esplode. La conseguenza è una nuvola di materiale radioattivo che ricade nelle aree circostanti la centrale ed è presente ancora oggi. È importante avere ben chiara la posizione dell’impianto: quest’ultimo non si trova a Černobyl‘, bensì ricade sotto la giurisdizione di Pryp”jat’, una cittadina nei pressi del confine tra Ucraina (allora Repubblica Socialista Sovietica) e Bielorussia. Il periodo era quello della tarda guerra fredda e mancavano pochi anni alla caduta dell’Unione Sovietica, dunque un incidente di tale portata rappresenta un grosso problema.

 

 

Una delle prime cose che notiamo già dal primo episodio è proprio l’intento dell’URSS di voler “nascondere” il problema. Stellan Skarsgård impersona Boris Shcherbina, il vicepremier  a capo della commissione governativa su Chernobyl istituita dal Cremlino già nelle prime ore. Shcherbina sminuisce il problema, provando a non far dilagare il panico. Almeno fino all’arrivo di Valery Legasov. Legasov è l’esperto incaricato di arginare la catastrofe, ed è interpretato da un bravissimo Jared Harris. Quest’ultimo riesce a convincere tutti che quello a cui stanno assistendo è un disastro senza precedenti, le cui conseguenze dureranno per centinaia di anni. Altro personaggio importante, che al contrario dei due precedenti non è reale, è quello portato in scena da Emily Watson. Ulana Khomyuk è una fisica nucleare sovietica nonché un omaggio a tutte quelle persone che hanno rischiato, o sacrificato, la vita per scoprire la verità sull’esplosione del reattore 4.

L’orrore raccontato magistralmente

Trattare di argomenti del genere così da vicino non è facile, ma Chernobyl ci riesce. Questa miniserie non ci lascia solo un resoconto degli eventi di quel 26 aprile, assolutamente no. Vediamo anche cosa succede alle persone normali, ai primi soccorritori e alle loro famiglie. Come per esempio Lyudmilla Ignatenko, realmente esistita e interpretata da Jessie Buckely. Lyudmilla è la moglie di Vasily, uno dei pompieri che hanno perso la vita. Barry Keoghan è invece un giovane militare incaricato di sopprimere tutti gli animali domestici rimasti indietro dopo l’evacuazione. Durante queste sequenze la telecamera non si sposta mai dal suo volto, rendendo il tutto più terribile. Episodio dopo episodio prendiamo coscienza dei danni fisici e psicologici che le persone coinvolte hanno dovuto sopportare.

 

La “rivincita” sul Trono di Spade

Inizialmente la serie è stata messa in ombra dall’ultimo episodio della stagione finale de “Il Trono di Spade“, che ci ha lasciati tutti un po’ confusi e col cuore spezzato. I due prodotti HBO hanno infatti debuttato quasi contemporaneamente, e probabilmente nessuno si sarebbe aspettato che una serie TV così drammatica riscuotesse così tanto successo. In Italia, non abbiamo certo aiutato: Chernobyl è stata trasmessa in chiaro da LA7. Questo rischiava di far abbassare gli ascolti ulteriormente, visto che il canale non è molto seguito, tuttavia il primo episodio ha ottenuto un 6,5% di share, cifra che per le reti in chiaro non è poi così male. Nonostante tutto questo, l’attenzione per la serie è aumentata episodio dopo episodio fino a farle ottenere un punteggio IMD.b di 9.4, superando così il 9.2 de Il Trono di Spade.

 

La cosa sicura è che Chernobyl è una prodotto valido e soprattutto attuale. Nonostante la difficolta nell’inscenare una tragedia del genere, l’incidente nucleare più grande della storia ci viene raccontato in maniera magistrale. Un mix di regia, fotografia e cast che ha pochi rivali, riesce a rendere il dolore straziante di quei momenti così bene da tenerci incollati allo schermo. Non ci resta che consigliarvi la visione se ancora non lo avete fatto. Attenzione per i più sensibili, perché Chernobyl contiene immagini molto forti. Se l’avete già vista, pensate che meriti il successo che ha ottenuto? Fatecelo sapere tramite la nostra pagina Instagram. Non dimenticatevi di seguirci sul nostro sito Nasce, Cresce, Streamma per rimanere sempre aggiornati sul mondo del cinema e delle serie TV.

Giulia Rutigliano

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