pena di morte
Sappiamo che i processi italiani, soprattutto le cause civili, sono molto lunghe e si perpetuano parecchio nel tempo, e questa ne è la dimostrazione. Infatti, nella giornata del 22 novembre, come riporta “ANSA“, la Cassazione ha chiuso una causa civile durata 50 anni! L’azione, cominciata nel lontano 1973, era rimasta pendente fino ai giorni nostri, diventando la causa italiana più “antica” in circolazione.
L’azione aveva come oggetto la delimitazione del demanio marittimo, ed era stata avviata dalla Capitaneria di Porto di Venezia sul litorale del Cavallino, allora nel Comune di Venezia, dopo l’alluvione del 1966. Infatti, la mareggiata aveva colpito anche le spiagge a nord-est della laguna e le acque invasero gli orti di quel territorio. Alcuni privati avevano sostenuto che il muraglione di protezione idraulica, costruito dall’allora Consorzio di Bonifica del Basso Piave, non poteva essere considerato come “confine” tra spiaggia demaniale e i propri terreni. Avviarono quindi la causa, sostenendo di essere stati depauperati di parte delle loro proprietà, direttamente confinanti con la spiaggia. Fu così chiamato in causa lo Stato, rappresentato dal ministero dell’Economia e delle Finanze e dall’Agenzia del Demanio.
Dopo 19 anni, nel 1992, il Tribunale di Venezia rigettò le domande. La sentenza è stata quindi impugnata davanti alla Corte d’Appello di Venezia, la quale, dopo altri 25 anni, ha riformato la sentenza nel 2017. I giudici di secondo grado riconobbero che l’alluvione del 1966, pur avendo alterato lo stato dei luoghi, non aveva determinato una modifica tale da far appartenere i beni privati al demanio marittimo.
Infine, lo Stato ha proseguito fino in Cassazione che, a cinquant’anni dall’inizio della vicenda, ha confermato le ragioni dei privati definitivamente, riconoscendo le loro ragioni e la piena proprietà dei terreni “sottratti” dall’amministrazione marittima.
A rendere nota la sentenza di cassazione, e la successiva vittoria dei privati, è l’avvocato rappresentante di questi ricorrenti. Egli, in un’intervista ha affermato: “per 50 anni, i privati hanno sostenuto di essere stati depauperati di parte delle loro proprietà, direttamente confinanti con la spiaggia, facendo causa allo Stato, rappresentato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e dall’Agenzia del Demanio. Per loro le superfici demanializzate non avevano le caratteristiche morfologiche e funzionali del Demanio Marittimo e cioè dell’arenile. Chiedevano pertanto di dichiarare l’inefficacia della delimitazione“. E oggi, dopo 50 anni, quelle parole sono state ascoltate, e la ragione è stata data ai ricorrenti privati.
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