Canada (@Shutterstock)
Oggi i social rappresentano una parte fondamentale delle nostre vite. Milioni di persone utilizzano i vari social nel modo più disparato; chi ci lavora, chi lo usa per restare connesso agli amici, altri per informarsi sulle varie notizie provenienti dal mondo. Infatti, quasi tutte le testate giornalistiche hanno un proprio account sui vari Instagram, Facebook, dove pubblicano giornalmente le varie news. Tuttavia, non potranno più farlo in Canada, dove Meta ha intrapreso una battaglia legale contro il Governo.
Come riporta la CNN, il Governo canadese ha approvato una nuova legge, l’Online News Act. La norma impone a tutte le piattaforme come Meta e Google di pagare le testate giornalistiche per pubblicare i loro contenuti. Il decreto ha già avuto l’approvazione dal Parlamento canadese e dovrebbe entrare in vigore tra sei mesi.
Una legge definita necessaria dal Governo canadese: “Migliora l’equità nel mercato canadese delle notizie digitali e consente alle organizzazioni giornalistiche in difficoltà di assicurarsi un equo compenso”. Un’analisi fatta dal Governo mostra come le aziende giornalistiche dovrebbero ricevere annualmente circa 329 milioni di dollari canadesi, ovvero circa 250 milioni di dollari americani.
Legge subito contestata dai due colossi americani, con Meta che ha deciso di prendere delle decisioni immediate. La società ha subito annunciato: “I contenuti multimediali non saranno disponibili per le persone che accedono alle nostre piattaforme in Canada“. La stessa Google sarebbe pronta a bloccare l’accesso alle notizie a tutti gli utenti canadesi, ma starebbe anche collaborando con il Governo per trovare un’altra soluzione.
A Reuters, un portavoce di Meta ha criticato la legge: “Un quadro legislativo che ci obbliga a pagare per link o contenuti che non pubblichiamo, e che non sono il motivo per cui la stragrande maggioranza delle persone utilizza i nostri social, non è né sostenibile né fattibile”. Secondo gli esperti, la scomparsa delle informazioni dai social potrebbe aumentare sensibilmente la disinformazione.
Esiste un precedente recente, con l’Australia che nel 2021 ha approvato una legge simile. Meta aveva bloccato la condivisione e la visualizzazione delle notizie su Facebook e gli effetti si sono notati subito. Il blocco ha causato una grossa riduzione, circa il 30%, del traffico dei siti giornalistici australiani. Ha agito diversamente Google, che ha trovato accordi separati con i diversi gruppi editoriali australiani.
E voi che ne pensate?
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