Call of Duty Black Ops 6 ha ricevuto una campagna di marketing non indifferente. Il nuovo titolo della storica saga FPS, per la prima volta “sotto l’ala” di Microsoft, ha non pochi sguardi addosso. Anche se da diversi anni ormai la passione dei fan più storici per Call of Duty si sta pian piano spegnendo, in ognuno di essi alberga la speranza che il franchise possa tornare ai suoi livelli originali. E con Black Ops 6, sembrano esserci importanti passi verso quella direzione, ma con qualche difetto ancora da sistemare. Vediamo insieme di cosa si tratta…
Call of Duty Black Ops 6, l’ennesimo prodotto di Treyarch e Raven Software in arrivo il 25 ottobre su PS5, PS4, Xbox Series X/S, Xbox One e PC (al day one su Xbox Game Pass) ha decisamente catturato l’interesse di una ampia fetta di pubblico. Sicuramente il nome di Black Ops ha dato una spinta non indifferente alla popolarità del gioco, ma anche i vari gameplay mostrati non hanno abbassato le aspettative dei fan. E adesso che abbiamo avuto la possibilità di testarlo con mano grazie alla beta, siamo pronti a rivelarvi le nostre prime impressioni.
Quello che fin dai primi minuti di gioco colpisce, è il gameplay del nuovissimo Call of Duty Black Ops 6. Dopo un anno particolarmente difficile per la saga, con Modern Warfare III pesantemente criticato sotto diversi aspetti, il prodotto di Treyarch riesce invece a tappare gran parte di quelle falle. Il TTK eccessivamente lungo del precedente capitolo è stato infatti abbassato, e anche il movement, che risultava troppo veloce in svariate occasioni, è stato leggermente rivisitato e reso poco più lento. Ma la vera innovazione arriva con la più grande novità del titolo: l’Omni Movement.
Questa nuova meccanica di gioco fornisce la possibilità di correre in ogni direzione senza spostare la visuale, ma soprattutto di tuffarsi con l’arma spianata, pronti a puntare ogni angolo dal quale si sbuca. Questa meccanica, in mano ai più bravi player, sarà sicuramente devastante, garantendo allo stesso tempo una scena a dir poco epica per gli spettatori. Purtroppo però, l’Omni Movement porta con sé una pecca: c’è una leggera legnosità del personaggio appena completato il tuffo. C’è infatti un piccolo delay che impedisce al personaggio di rialzarsi immediatamente dopo il dive, sostanzialmente bloccandolo a terra per un periodo che potrebbe anche portarlo alla morte. Sicuramente si tratta di un delay rimovibile, tuttavia al momento non ci sono indizi da parte degli sviluppatori a riguardo, e bisognerà attendere il rilascio del gioco completo se non addirittura una patch ancora più remota.
Tra gli aspetti più criticati degli ultimi Call of Duty figuravano senza dubbio le mappe, spesso eccessivamente grandi e con delle lane poco definite. Non è un caso infatti che tra le più apprezzate ci sia Shoot house, introdotta in Modern Warfare del 2019: una classica mappa piccola a tre lane che offre azione costante. Fortunatamente, Treyarch ha deciso di tornare sui suoi passi con Black Ops 6. Tutte le mappe presenti nella beta (tranne una, Scud) sono infatti della giusta grandezza ed includono delle lane ben definite, andando così incontro ad una delle più grandi richieste dei giocatori degli ultimi anni. Da lodare anche il comparto tecnico del gioco: il framerate su Xbox Series X poche volte scendeva sotto i 120FPS, mantenendo allo stesso tempo un ottimo impatto visivo.
La beta di Call of Duty Black Ops 6 offre una buona quantità di armi, tra mitragliette, fucili d’assalto, fucili a pompa, cecchini e pistole. Purtroppo però, per tutto il periodo del primo weekend della beta, le lobby erano dominate solamente da una mitraglietta: il Jackal PDW. Fortunatamente, per questa seconda “fase” l’arma è stata nerfata, tuttavia è innegabile che l’esperienza del primo weekend è stata a dir poco rovinata, dato che il PDW regnava incontrastato su qualsiasi altra scelta, in ogni ambito.
Uno dei più grandi lati positivi delle armi è però il nuovo sistema di accessori. Dopo anni di milioni di accessori per ogni singola parte dell’arma, Treyarch e Raven Software sono finalmente tornate alle origini (o quasi). Pur fornendo diverse possibilità di personalizzazione per le armi infatti, adesso gli accessori sono molti, molti meno rispetto ai Modern Warfare, rendendo il processo di build molto più facile e intuitivo. Da velocizzare però il livellamento delle armi, a dir poco troppo lento.
Arriviamo finalmente alle pecche più grandi di questo Call of Duty Black Ops 6. Premettiamo che si tratta di problemi che molto probabilmente verranno risolti al rilascio del gioco, tuttavia è innegabile che siano una vera e propria piaga per questa beta. Primo su tutti, gli spawn. Le posizioni di spawn, avversarie e non, sono completamente incomprensibili: a volte metà team avversario spawnerà dietro il primo angolo a pochi metri da voi, assicurando praticamente la morte se si ha uno stile di gioco aggressivo. Da capire anche quelli alleati, dato che ci è capitato più e più volte di trovarci completamente soli allo spawn, con altri alleati che nel frattempo spawnavano dall’altro lato della mappa.
Assolutamente da migliorare anche lato server, dato che molte volte il time to kill è reso inconsistente da grave desync o perdite di pacchetti (che causano anche lag), anche se quest’ultime affliggevano principalmente i giocatori da PC. Come già detto, è molto probabile che questi problemi verranno risolti una volta rilasciato il titolo completo, ma al momento, rovinano l’esperienza di gioco per molti utenti.
Insomma, questo Call of Duty Black Ops 6 è riuscito sicuramente a far riaccendere la speranza in molti dei fan più appassionati della saga. Adesso sta però agli sviluppatori il compito di mantenere il gioco in uno stato ottimale, e nel risolvere i difetti attualmente presenti nella beta. Siamo fiduciosi però che Treyarch e Raven Software non deluderanno, con questo Black Ops 6 che sembra aver rimesso la saga sulla giusta strada.
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