di Francesco Ferri
Definire incredibile la storia che stiamo per raccontarvi è veramente dire poco. Luis Armando Albino era solo un bambino di 6 anni, nel 1951, quando è stato rapito mentre giocava in un parco della California. Più di 70 anni dopo è stato ritrovato grazie all’aiuto di un test del DNA online.
Il rapimento
Albino, oggi nonno, vigile del fuoco in pensione e veterano dei Marines con cui ha prestato servizio in Vietnam, non avrebbe mai pensato di ritrovare la propria famiglia. Il 21 giugno 1951, infatti, una donna attirò il piccolo Albino portandolo via dal parco di West Oakland dove stava giocando insieme al fratello maggiore. La donna promise al bimbo che gli avrebbe comprato delle caramelle. Immediatamente lo rapì e lo portò sulla costa orientale dove venne cresciuto da una coppia che lo trattò esattamente come fosse il loro figlio. L’uomo avrebbe avuto anche alcuni ricordi del rapimento e del viaggio per attraversare il Paese, ma nessuno gli avrebbe mai dato delle risposte soddisfacenti per contestualizzare certi ricordi.
I tentativi di ricerca del bambino
Alcuni articoli di giornali locali dell’epoca, come l’Oakland Tribune riportarono enormi dispiegamenti di forze per ritrovare il bambino scomparso. Le operazioni durarono diversi mesi, con il coinvolgimento di forze dell’ordine, soldati di una base militare locale, guardia costiera e cittadini volontari. Furono perquisiti i corsi d’acqua e in generale la baia di San Francisco. Il fratello era stato più volte interrogato dagli investigatori, così da poter ottenere maggiori informazioni sull’accaduto, e non si era mai distaccato dalla sua versione originale: a rapire il fratello era stata una donna con una bandana in testa.
L’inaspettato ritrovamento
La famiglia di Albino non perse mai la speranza di poterlo riabbracciare, in particolare la madre, deceduta nel 2005. La svolta c’è stata quando la nipote di Albino, Alida Alequi, 63 anni, si è sottoposta ad un test genetico nel 2020. Questo test mostrò una parziale corrispondenza con il DNA di un uomo che si rivelò essere Albino. Fu il primo indizio che motivò la donna a continuare le ricerche ritenendo che lo zio potesse essere ancora vivo da qualche parte. La donna cercò di contattarlo senza ottenere risposta ma quest’anno, grazie all’aiuto delle figlie, la ricerca ha dato esito positivo con il ritrovamento di filmati e articoli di giornali locali dell’epoca nella biblioteca cittadina.
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