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Calcioscommesse: quando lo scandalo colpì l’Italia

di Timothy Cristian Belosi

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Il calcio italiano sta passando uno dei momenti più bui della sua storia. Lo scandalo del calcioscommesse che si è abbattuto sulla Nazionale, e non solo, in questi ultimi tempi ha messo alle strette diversi giocatori. Il fenomeno della ludopatia rimane un tema delicato che già in passato ha colpito il campionato di Serie A. Oggi andremo a rivivere alcuni di questi momenti, purtroppo entrati nelle pagine sbagliate della storia italiana.

Il caso Allemandi: il campionato si macchia per la prima volta

La vicenda del caso Allemandi si svolge durante gli ultimi mesi della stagione 1926/27, quando in cima alla Serie A si trova il Torino. Nonostante un’ottima stagione dei granata, il revisore dei conti Guido Nani vuole manipolare il derby con la Juventus per non perdere punti preziosi. Per riuscirci si avvale di Francesco Gaudioso, studente in buoni rapporti con diversi calciatori bianconeri, tra cui Luigi Allemandi. Il bottino promesso da Nani sono 35000 lire, di cui 10mila da ricevere solo alla vittoria dello scudetto. L’esito della partita recita 2-1 in favore del Toro, merito di una rimonta dei padroni di casa, nonostante una buona prova dei bianconeri. Come previsto Gaudioso riceve subito la ricompensa ma, al momento della vittoria del titolo, Nani sceglie di non effettuare il secondo pagamento. È proprio questo gesto del revisore la chiave di volta che permette di mettere alla luce la combine organizzata dal dirigente.

calcioscommesse

Torino (via YouTube @famila76)

NASCE IL PRIMO PROCESSO PER CALCIOSCOMMESSE

In seguito alla rinuncia di Nani, lo studente decide dunque di rivelare ad un giornalista quanto accaduto per cercare di intimorire il dirigente e metterlo alle strette con il pagamento. Grazie alle dichiarazioni di Gaudioso, su alcune testate sportive appaiono i primi articoli sull’argomento, così come i nomi dei giocatori coinvolti. Il processo si apre con le dichiarazioni di Renato Ferminelli, autore delle pagine incriminate, che dichiara di essere al corrente del coinvolgimento dei bianconeri Federico Munerati e Piero Pastore, oltre che ad Allemandi. Una volta interrogati i primi due si viene a sapere che il primo ha ricevuto dei doni da parte del presidente granata, mentre il secondo viene accusato di aver scommesso sulla propria sconfitta. Soltanto dopo le parole di Gaudioso esce allo scoperto anche il nome di Nani che, insieme a diversi altri colleghi, finisce sotto inchiesta.

LE SANZIONI AI DANNI DEL TORINO

La prima sentenza del 4 novembre 1927 sancisce la revoca dello scudetto 26/27 ai danni del Torino, oltre alla squalifica a vita di 23 dirigenti della società. Nasce poi un secondo processo nei confronti dei giocatori coinvolti da cui esce un’ulteriore squalifica a vita, questa volta per Allemandi, e soltanto un richiamo ufficiale a testa per Munerati e Pastore. Tuttavia, in occasione del Natale di Roma del ’28, l’allora Presidente del CONI decide di promulgare un’amnistia rivolta a tutti gli sportivi sanzionati durante i passati processi.

TROVATE LA CRONACA DELLO SCANDALO CALCIOSCOMMESSE PIÙ CELEBRE NELLA PROSSIMA PAGINA

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