di Lorenzo Peratoner
Potenziale svolta per le indagini circa il caso di violenza sessuale che ha coinvolto due ragazzine di 10 e 12 anni, avvenuto nell’agosto scorso a Caivano (Provincia di Napoli). Grazie alle testimonianze delle due vittime e alle indagini, i Carabinieri avrebbero infatti individuato i carnefici, per un totale di 9 persone, di cui 7 minorenni (uno di essi, in realtà, avrebbe compiuto 18 anni dopo i fatti contestati) e 2 maggiorenni.
Caivano: i carnefici e i video come “ricatto”
Nel corso di questa mattina, il Tribunale dei Minorenni di Napoli e il Tribunale di Napoli Nord hanno disposto delle misure cautelari, in seguito al fermo di un diciannovenne e alle indagini sui cellulari di altri 8 ragazzi. Le vittime della violenza avrebbero identificato una per una le 9 persone del branco, colpite ora dai provvedimenti restrittivi; tra di loro, inoltre, ci sarebbe il fidanzato di una delle due ragazzine.
A completare questo terribile quadro di abusi ci sarebbero anche i video della violenza, che, secondo gli inquirenti, sono stati catturati per essere sfruttati come arma per “ricattare” le vittime; queste ultime, tuttavia, dopo la denuncia di uno dei due padri delle ragazzine, hanno deciso di parlare, con il supporto degli psicologi. Secondo alcune rivelazioni, almeno uno dei carnefici avrebbe già commesso violenze in passato, trasmettendole addirittura in diretta mediante videochiamata con il resto del gruppo.
Secondo il GIP, i colpevoli non dovrebbero provenire da famiglie legate alla criminalità “ma sicuramente è un ambiente di degrado diffuso“, aggiungendo senza mezzi termini che si tratta di “un branco privo di scrupoli e crudele“.
Il ritorno dello Stato: possibile veicolo di legalità?
Da quando questo terribile caso di cronaca è diventato di dominio pubblico, lo Stato ha voluto mostrare la propria presenza, non solo mediante le Forze dell’Ordine e i decreti legge, ma anche e soprattutto con un progetto di riqualificazione e bonifica della zona. L’obiettivo, infatti, è quello di ridare vita al centro Delphinia (un centro sportivo abbandonato, nonché teatro degli abusi) come polo sportivo e culturale, grazie all’investimento di 10 milioni di euro.
Sebbene questo luogo sia salito sulla cresta dell’onda in seguito ai casi di violenza sessuale, quest’area periferica è già da molti anni teatro di spaccio, abusi e omicidi, rendendola una delle aree più malfamate dell’hinterland napoletano. Una rinnovata presenza dello Stato potrebbe quindi ridare speranza e fiducia agli abitanti, soprattutto ai più giovani, andando a colpire il degrado sociale e ripristinando le vie della legalità, che da troppi anni hanno abbandonato questo luogo.
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