di Enrico Tiberio Romano
A Brindisi un uomo ottantenne è finito a processo dopo che sono emersi dettagli scioccanti sulla sua condotta nei confronti della moglie che aveva ridotto sostanzialmente a una schiava. Scopri i vari passi della vicenda e la decisione del tribunale.
Le continue violenze e vent’anni di inferno
Secondo l’accusa del tribunale di Brindisi il protagonista della vicenda avrebbe ripetuto vessazioni e umiliazioni quotidiane a partire dal 2000 per circa 20 anni. Questa situazione limite ha spinto la donna prima a rivolgersi ad un centro antiviolenza della zona e poi a denunciare alle forze dell’ordine i presunti maltrattamenti.
Secondo quanto detto dalla vittima e riportato da La Gazzetta del Mezzogiorno, il marito l’avrebbe privata di soldi, indotta a rubare in alcune attività commerciali come “prova d’amore“, a cibarsi con i suoi avanzi, ad abortire per nove volte e ridotta in una sorta di schiavitù.
Secondo le ultime ricostruzioni è sin dal giorno del matrimonio celebrato nel 2000 che la situazione ha assunto queste connotazioni. Ad un certo punto la donna aveva addirittura perso la libertà di uscire essendo privata delle chiavi di casa, costretta a lavare e vestire il marito oltre ad assisterlo nei bisogni corporali.
Molti aneddoti del rapporto malato invece riguardano furti di generi alimentari, principalmente alcolici che l’uomo rivendeva clandestinamente. Anche in queste situazioni era la moglie ad esser costretta a rubare nei supermercati e botteghe per il marito. L’unica nota parzialmente lieta della terribile storia riguarda i vicini che consci della situazione aiutavano la donna come potevano, spesso fornendole dei vestiti o assistenza. Tuttavia non hanno denunciato la cosa alle autorità competenti per molti anni.
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