di Alessandro Colepio
Se c’è una storia nel panorama calcistico europeo che merita di essere raccontata è quella del Brest, piccolo club francese che finora ha superato tutte le aspettative vincendo le prime due gare di Champions League. Il club viene comunemente chiamato col nome della città che rappresenta, anche se per essere corretti la denominazione ufficiale sarebbe Stade Brestois 29. Fino alla stagione 1999/2000, la piccola società francese militava in quarta divisione. Oggi i biancorossi non solo giocano la Champions League, ma sono momentaneamente secondi nel maxi-girone dopo aver battuto Sturm Graz e RB Salisburgo.
La storia dello Stade Brestois
Una piccola lezione di storia è doverosa. Brest è una città portuale di 140mila abitanti che sorge in Bretagna, sulle sponde dell’Oceano Atlantico. La sua importanza strategica, sia commerciale che militare, è nota fin dal Medioevo: dopo Tolosa, quello di Brest è il porto bellico più importante di tutta la Francia.
Il legame fra la città e il mare si riflette ovviamente anche sullo Stade Brestois. Il soprannome dei tifosi e dei giocatori è Les Pirates, mentre nel 2010 è stato introdotto Zef, un piccolo corsaro munito di sciabola e bandiera biancorossa che è l’amatissima mascotte del club. I fans partecipano attivamente alla vita del club: nel 2010 la società permise ai suoi sostenitori di votare online per scegliere il nuovo stemma, che è rimasto invariato fino ad oggi.
Lo Stade Brestois, di fatto, è una piccola realtà che oggi sta vivendo un sogno. Dopo il periodo d’oro degli anni ’80 il club visse un periodo difficile nelle serie inferiori, sprofondando fino alla quarta divisione. Nel 2002 un giovanissimo Franck Ribery guidò la squadra alla promozione in Ligue 2, riportando entusiasmo in una piazza fortemente scoraggiata, che nel 2010 ritornò finalmente a respirare l’aria della Ligue 1, retrocedendo poi nel 2013 e riconquistandola nel 2019.
I segreti del miracolo di Brest
La svolta è arrivata nel 2023, quando la società biancorossa ha deciso di affidare la panchina a Eric Roy. Il tecnico francese aveva alle spalle una sola esperienza, alla guida del Nizza fra il 2010 e il 2011, eppure è riuscito in poco tempo a compiere un vero e proprio miracolo sportivo.
Roy è stato ingaggiato dalla società a gennaio 2023, succedendo all’esonerato Grougi. Nei primi 6 mesi ha guadagnato una comoda salvezza, mentre nella stagione successiva (quella scorsa, per intenderci) il suo Brest si è addirittura classificato terzo, davanti a club ben più blasonati, guadagnando l’accesso diretto alla Champions League. Fra novembre 2023 e febbraio 2024, i biancorossi hanno addirittura messo in fila 11 risultati utili di fila, fra i quali ben 8 vittorie.
Il sogno continua
Arriviamo così alla stagione corrente. La squadra di Roy fin qui ha raccolto 6 punti in altrettante partite di campionato, ma è in Champions League che sta tirando fuori il meglio di sé. Vittoria per 2-1 all’esordio contro lo Sturm Graz e un secchissimo 4-0 rifilato al red Bull Salisburgo. Les Pirates hanno cominciato come meglio non si può e non vogliono smettere di sognare. Certo, la parte dura deve ancora arrivare, visto che il Brest dovrà affrontare (fra le altre) il Real Madrid, il Bayer Leverkusen e il Barcellona. Le due vittorie raccolte fin qui fanno morale e potrebbero risultare decisive in chiave playoff. Nella nuova Champions League non è fondamentale vincere coi grandi club, ma non si possono sbagliare gli scontri diretti.
Il 4-3-3 con cui si schierano i biancorossi è tanto tradizionale quanto efficace. Il centravanti Ajorque è un colosso alto 196 cm che con la sua fisicità libera spazio per le incursioni delle due ali. A destra Roy si affida alla staffetta fra Del Castillo e Faivre, mentre sulla sinistra gioca e convince Abdallah Sima, senegalese classe 2001 che ha già segnato 3 gol nella massima competizione continentale. Altri giocatori importanti sono il portiere Bizot, decisivo nella sfida col Salisburgo, e il capitano Hugo Magnetti, centrocampista arrivato a Brest nel 2018.
La stagione è ancora lunga e siamo solo agli inizi. La gestione delle rotazioni e delle seconde linee saranno fondamentali per proseguire su questa strada. Detto ciò, le altre squadre sono state avvisate: lo Stade Brestois non è qui per essere una comparsa. C’era comunque da aspettarselo, visto che il 3 agosto i biancorossi erano riusciti a inchiodare la Juventus in un’amichevole terminata 2-2. Les Pirates sono finalmente riusciti a mettere la città di Brest sulle mappe calcistiche di tutta Europa.
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