di Matteo Cividini
A Brescia è stato assolto un 58enne che era finito a processo per aver cercato di soffocare la moglie nel sonno, come riporta anche TGCOM24. Il tribunale ha deciso di assolverlo perché avrebbe agito in preda al sonnambulismo, quindi in stato di incoscienza, non rendendosi conto del gesto che stava compiendo.
Assolto dal tribunale di Brescia perché sonnambulo
L’uomo aveva tentato di soffocare la moglie con un indumento di pile. I due abitavano assieme ma il loro matrimonio era ormai concluso e vivevano da separati in casa. Nonostante questa situazione i rapporti tra i due erano rimasti amichevoli. Il perito del giudice per le indagini preliminari Liborio Parrino, in aula ha dichiarato: “Aveva il cervello spento” e che: “L’uomo non poteva rendersi conto di quanto stava facendo”. Questa tesi ha portato alla richiesta di assoluzione da parte del pubblico ministero. È stato dimostrato che l’uomo soffriva di parassonia, quando ha tentato di soffocare la moglie era in stato di incoscienza.
“Mi sono messa a urlare chiamando mio figlio. Mio marito si è girato e non sembrava nemmeno lui” ha dichiarato la moglie, che ha proseguito: “L’ho visto mettersi le mani nei capelli e poi lasciare la stanza per raggiungere la finestra e lanciarsi nel vuoto”. L’uomo, svegliato da un morso della moglie, si è poi gettato dalla finestra del terzo piano dopo essersi reso conto della gravità del gesto appena compiuto. La caduta gli ha provocato la frattura di entrambe le gambe. La donna non si è costituita parte civile, perché ha sempre pensato che nonostante il gesto fatto il marito non avesse intenzione di ucciderla.
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