di Lorenzo Fazio
Le mod sono da anni una delle realtà più fiorenti e divertenti della community videoludica. Da quelle più serie ed elaborate, a quelle create puramente per scherzo: ogni giorni, centinaia di appassionati dedicano il loro tempo e le loro risorse alla modifica dei giochi che più amiamo. Noi stessi, più volte, abbiamo cercato di strapparvi un sorriso mostrandovi alcune delle mod più assurde e divertenti. A quanto pare, però, Nintendo la vede ben diversamente e questa recente notizia è solo l’ennesima battaglia tra l’azienda di Kyoto e i modder e gli emulatori.
Dopo aver mostrato in alcuni video una mod co-op da lui commissionata, lo YouTuber Eric “PointCrow” Morino ha visto diversi suoi video ricevere diverse segnalazioni e copyright strike, mettendo a serio rischio la sua carriera sul web. Seppur, di primo acchito, sia istintivo scagliarsi contro “la cattiva Nintendo”, è importante capire approfonditamente la situazione, nella maniera più critica e oggettiva possibile. Quale delle due parti ha davvero ragione? Come si potrebbe risolvere tale controversia?
Cos’è successo esattamente?
Come ci ha dimostrato più volte negli anni, Nintendo è particolarmente intransigente con i content creators che modificano i suoi giochi. Non è la prima volta, infatti, che si sente parlare di canali YouTube bannati, video rimossi o fan-game sospesi. Alla base, sta sempre la violazione del copyright delle sue proprietà intellettuali. In questo caso, a subire tale destino crudele, sono stati quattro video di PointCrow, in cui giocava ad una versione modificata di Breath of the Wild su PC. La modifica in questione permetteva allo YouTuber di giocare con alcuni suoi amici, aggiungendo al titolo di Nintendo la modalità cooperativa (assente, ovviamente, nel gioco originale).
Ecco dunque che questi quattro video hanno portato PointCrow a ricevere ben due strike per violazione di copyright, portandolo a un passo dal ban del canale. Oltre a questi, però, lo YouTuber si è visto rimuovere dalla divisione americana di Nintendo altri 23 video, risalenti fino al 2019. L’incontrovertibile assurdità sta nel fatto che uno di questi è addirittura privo di contenuto modificato. Stessa sorte è toccata anche a dieci stream e due video dello YouTuber “Croton” e, anche in questo caso, uno dei contenuti era “semplicemente una challenge run su Zelda”.
Just put a video out going over the take downs that @NintendoAmerica has issued on my YouTube channel. Please go give it a watch, it's incredibly important! pic.twitter.com/EHD6E7yCP3
— eric pointcrow (@PointCrow) April 14, 2023
Come spiega lo stesso Morino nel suo ultimo video, egli avrebbe anche cercato di contattare Nintendo, così da poter trovare un punto di accordo tra le due parti. La mail (al momento della pubblicazione del video), però, risulta ancora senza risposta. Per giunta, egli spiega che avviare una procedura legale contro la casa di Kyoto avrebbe un costo estremamente alto, il che lo lasciava con un’unica soluzione: appellarsi pubblicamente a Nintendo.
Nintendo furiosa con la community?
Qui, la community si spacca in due. Chi difende a spada tratta Morino e chi pensa che abbia compiuto un illecito come gli altri. Chi ha ragione? Premettiamo che la voce finale in capitolo, come su qualsiasi questione simile, ce l’ha solo la Legge. Ciononostante, si può cercare di riflettere su alcune di queste dinamiche, senza giudicare nessuna delle due parti.
Come spiega PointCrow nel suo video, alcuni suoi contenuti non andrebbero contro le Linee Guida di Nintendo. Queste specificano come un content creator possa pubblicare qualsiasi video a patto che “contenga un suo input creativo e un commento”. I video let’s play e le recensioni, dunque, sono accettati. Nei Termini di Servizio di The Legend of Zelda: Breath of the Wild, troviamo scritto che il gioco non può essere modificato, streammato, mostrato in un video o trasmesso. Queste regole, dunque, sembrano andare in totale conflitto tra di loro. Ciononostante, BOTW è, ancora oggi, trasmesso quotidianamente su Twitch e YouTube è pieno di videorecensioni e gameplay. Questa incongruenza, quindi, dovrebbe giusto permettere il salvataggio dei contenuti video sul gioco “vanilla“, non modificato.
Il problema, però, è ben altro: il vero motivo di questi strike è la modifica del gioco originale che lo YouTuber ha commissionato a terzi, senza il permesso di Nintendo. In questa occasione, inoltre, c’è anche l’aggravante dell’emulazione. Quasi sempre, se ci fate caso, le mod di un gioco compaiono quando questo viene pubblicato ufficialmente anche su PC. Seppur si tratti pur sempre di modifica, il possesso di quel gioco su PC è lecito. Per i titoli Nintendo, questo non si può applicare. Insomma, la proprietà intellettuale di Nintendo è stata violata doppiamente ed ha tutto il diritto di agire di conseguenza.
Quello su cui si può davvero discutere, però, è la “moralità” di questa sua lotta. I suoi difensori, infatti, sostengono che PointCrow non abbia lucrato dalla violazione del copyright, bensì dalla creazione di video su tale contenuti moddati. In più, sottolineano come la mod non sia stata messa in vendita e che Morino non abbia incitato in alcun modo l’emulazione o il modding di BOTW, o almeno non direttamente. Accogliendo questa posizione, dunque, la scelta di Nintendo sarebbe un’ingiusta punizione inflitta a un videogiocatore appassionato.
La questione rimane spigolosa: Nintendo dovrebbe chiudere un occhio e lasciar indisturbati questi appassionati creativi, oppure è giusto agire e bloccarli? Fateci sapere cosa ne pensate su questa situazione, mentre noi della Redazione di Nasce, Cresce, Respawna vi aggiorneremo sull’evoluzione di questa situazione. Per non perdervi nessuna notizia, continuate a seguirci anche sulla nostra pagina Instagram! Cliccate questi link per altri articoli che vi potrebbero interessare:
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