Attualità

Bozzoli arrestato nella sua villa a Soiano sul Garda

Giacomo Bozzoli è stato arrestato nella sua villa di Soiano sul Garda. Insieme a un complice, morto suicida, avrebbe incenerito il cadavere dello zio Mario nell’alto forno dell’azienda metallurgica di famiglia a Marcheno, in provincia di Brescia, l’8 ottobre 2015. Bozzoli, 39 anni, era latitante da 10 giorni.

Arrestato Giacomo Bozzoli

Giacomo Bozzoli è stato arrestato nella villa, di sua proprietà, di Soiano sul Garda. Con un complice, poi suicidatosi, Bozzoli avrebbe incenerito il cadavere dello zio Mario nell’alto forno dell’azienda metallurgica di famiglia l’8 ottobre 2015. Bozzoli era latitante da 10 giorni dopo essere stato condannato all’ergastolo dalla Corte di Cassazione per l’omicidio e la distruzione del cadavere dello zio.

I carabinieri, come riportato da Tgcom24, lo hanno fermato a Soiano del Garda. Dopo la lettura della sentenza, i carabinieri si erano recati a casa sua, ma non lo avevano trovato. Bozzoli era scappato all’estero con la famiglia a bordo della sua Maserati nera, dopo una vacanza in Spagna con la compagna Antonella Colossi e il figlio di 9 anni, rientrati poi in Italia il 5 luglio.

Le dinamiche dell’omicidio

Mario Bozzoli, imprenditore di 52 anni, scomparve dalla fonderia di famiglia l’8 ottobre 2015. L’ultimo contatto avvenne alle 19:12, quando telefonò alla moglie Irene dicendo di essere in ritardo. Non vedendolo arrivare, la moglie lanciò l’allarme. I carabinieri furono insospettiti dalle telecamere di sorveglianza che non mostrarono mai l’uscita di Mario.

Gli inquirenti ipotizzarono che Mario fosse stato ucciso e gettato nel forno della fonderia. Giacomo Bozzoli, nipote di Mario, fu accusato di omicidio premeditato e distruzione del corpo. Il movente sarebbe stato di natura economica, confermato da dissapori familiari. Giacomo si è sempre dichiarato innocente. L’operaio Giuseppe Ghirardini, ultimo a vedere Mario, scomparve una settimana dopo e fu trovato morto nei boschi, ucciso da una capsula di cianuro. Il caso fu archiviato nonostante le opposizioni della famiglia.

Non emergendo tracce biologiche nel forno i periti del tribunale eseguirono un esperimento, gettando un maiale vestito come l’imprenditore nel forno, provocando le proteste degli animalisti.

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Francesco Gervasio

Nato a Camerino, un piccolo comune universitario nelle Marche, ho frequentato l’istituto alberghiero di Cingoli, e sto ora seguendo un corso di laurea in Scienze Gastronomiche.

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