di Riccardo Rizzo
Quella di Borderlands è sicuramente una delle serie FPS più importanti degli ultimi anni, tanto da rappresentare uno dei capisaldi del genere, capace di offrire una formula fresca e fuori di testa. Il gioco sviluppato da Gearbox Software presenta infatti uno stile grafico e una struttura di gioco davvero unica. Lo stile grafico si basa essenzialmente sul cel-shading, una tecnica artistica che rimanda allo stile dei fumetti e dei cartoni animati tradizionali. Il termine ha origine inglese, e deriva dal termine che indica il tradizionale foglio di acetato trasparente, “cel”, sul quale vengono poi realizzati i disegni nel processo di animazione 2D, e dal termine “to shade”, ombreggiare.
Per quanto riguarda la struttura di gioco, invece, gli sviluppatori hanno da sempre puntato su due aspetti principali. Il primo è la natura da gioco di ruolo del progetto. Scelta del personaggio, livelli di esperienza, punti abilità: sono tutti aspetti che si sposano perfettamente con il gameplay. Una natura da RPG che trova come massima espressione l’immenso arsenale di armi, che da sempre è stato uno dei cavalli di battaglia della serie di Borderlands e assoluto punto di forza della serie. Nei vari capitoli sono presenti una quantità di armi semplicemente senza senso. Grazie infatti ad una struttura di generazione procedurale, si potranno utilizzare armi sempre nuove, che a partire da un pool di componenti base, andranno a diversificare continuamente l’esperienza di gioco. Questa caratteristica è presente fin dal primo titolo della saga, ma col passare del tempo è stato migliorato e potenziato di capitolo in capitolo.
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