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Bordeaux, la crisi nerissima dello storico club francese

di Alessandro Colepio

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Il Football Club des Girondins de Bordeaux, meglio noto come Bordeaux, sta attraversando il periodo più difficile della sua storia. A seguito di una pesantissima crisi finanziaria, il club sei volte campione di Francia è stato retrocesso d’ufficio due volte negli ultimi anni: l’ultima retrocessione, quella in National 1 (la terza serie del calcio francese) è avvenuta pochi giorni fa.

Nonostante i tentativi di risanare le casse del club, non c’è stato nulla da fare: la disastrosa gestione del presidente Gerard Lopez, imprenditore lussemburghese che possiede anche il Boavista in Portogallo, ha costretto il Bordeaux a presentare istanza di fallimento presso il Tribunale di Commercio. L’apertura della procedura, se non accompagnata da determinate garanzie economiche, comporta la perdita dello status di club professionistico, con ulteriori conseguenze che potrebbero decretare la fine del Bordeaux FC.

Cosa comporta il fallimento del Bordeaux

A seguito della revoca dello status di società sportiva professionistica, tutti i contratti attualmente vigenti fra il Bordeaux e i suoi calciatori sono stati risolti automaticamente. Il club attualmente non ha nemmeno un atleta tesserato e può riuscire a recuperare dagli stipendi una parte dei 40 milioni di euro che mancano nelle casse, dovendo però riformare un gruppo da cui ripartire al più presto.

L’altra conseguenza del mancato rinnovo della licenza professionistica è la chiusura del centro sportivo, che potrebbe riflettersi anche sul settore giovanile. Stando alla nota ufficiale del club, il Bordeaux FC continuerà ad impegnarsi per valorizzare le proprie squadre minori, dalle quali potrebbe effettivamente venir fuori la soluzione per uscire da questa scomodissima situazione. E pensare che, solo nel 2018, il club disputava l’Europa League.

Bordeaux (@Shutterstock)

La crisi silenziosa del calcio francese

Il fallimento di un club storico come il Bordeaux è solo l’ultimo, evidentissimo sintomo di un calcio estremamente malato. Qualche tempo fa si è tenuta l’asta per l’assegnazione dei diritti TV relativi alla Ligue 1, il massimo campionato d’Oltralpe: l’unica offerta degna di nota è stata quella di DAZN, che ha messo sul piatto “solo” 375 milioni di euro, ben distanti dagli 800 milioni voluti dai club francesi.

Il problema risale al 2018, quando l’emittente catalana Mediapro ha offerto proprio 800 milioni e si è aggiudicata i diritti TV del campionato francese. Purtroppo in Francia, a differenza che in Italia, non è necessario prestare garanzie di sostenibilità del proprio progetto economico. Risultato: Mediapro smette di pagare nel 2020, i diritti passano ad Amazon che li compra per soli 250 milioni di euro e comunque ottiene un ritorno troppo basso per riformalizzare un’altra offerta 4 anni dopo. Canal+, storico alleato della lega calcio francese, dopo la cessione ad Amazon ha interrotto i rapporti e ha investito sulla nuova Champions League.

Stando a quanto riportato da l’Equipe, ben 8 club di Ligue 1 sarebbero a rischio fallimento. Se non dovesse arrivare un’offerta soddisfacente, la situazione del Bordeaux potrebbe riproporsi anche ai massimi livelli del calcio francese, scatenando un vero e proprio terremoto finanziario. Occhio però a pensare che si tratti solo di un problema limitato a Parigi e dintorni: anche la nostra Serie B sta attraversando un momento complicato, manca meno di un mese all’inizio del campionato e ancora non sono stati assegnati i diritti TV. I club più piccoli, che non riescono a mantenere l’equilibrio di bilancio senza i diritti TV, rischiano di essere spazzati via.

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