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Boom di chiamate al 1522, il numero anti-violenza: cos’è e come funziona

di Lorenzo Peratoner

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Negli ultimi giorni l’attenzione mediatica è stata monopolizzata dal rapimento e femminicidio di Giulia Cecchettin; un evento shock che ha ridestato nell’opinione pubblica l’attenzione e sensibilità nei confronti della violenza di genere. Tra pochi giorni, infatti, ricorre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, che, come ogni anno, cade il 25 novembre. In corrispondenza di questo periodo, inoltre, si registrerebbe un aumento delle chiamate quotidiane al 1522, il numero predisposto all’antiviolenza; si tratta di un incremento che, in parte, potrebbe essere influenzato dalle vicende di cronaca degli ultimi giorni.

 

1522: cos’è e come funziona

Il 1522 è un prezioso servizio pubblico promosso dalle autorità governative al fine di garantire una linea di contatto diretta e attiva 24 ore su 24 con le reti dei centri antiviolenza; si tratta di uno spazio sicuro e rispettoso della privacy individuale che, quotidianamente, riceve decine se non centinaia di chiamate, da parte di adolescenti, adulti e anche genitori. Presente in numerose lingue, garantisce non solo una via telefonica, ma anche una chat diretta con le operatrici.

 

Boom di chiamate: quali cause?

Anna Gentili, responsabile di questo servizio, avrebbe rivelato una serie di dati interessanti sull’aumento dei contatti verso questa help line; dalle 200 telefonate quotidiane, infatti, si sarebbe passati fino a 400-450 chiamate:

“Di solito questo boom di telefonate lo tocchiamo tra il 24/25 e 26 novembre per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Quest’anno l’eco mediatica del femminicidio di Giulia ha fatto anticipare il picco. E questo perché in tante si sono identificate nella sua situazione. Giulia era una ragazza normale e come lei tante ragazze hanno lasciato il fidanzato e si ritrovano nella sua situazione”.

Il terribile caso di Giulia Cecchettin che, sebbene abbia avuto una grande eco mediatica è, purtroppo, solamente uno dei tanti casi di femminicidio che si registrano ogni anno, potrebbe essere un elemento catalizzatore per tutte quelle donne e genitori preoccupati da situazioni relazionali e familiari che rischiano di esplodere:

“Da sempre riceviamo telefonate da parte di genitori e parenti, ma questa morte ha fatto risuonare ancora di più quella paura che avevano. La percezione che tua figlia sta subendo qualcosa di grave, di fronte a un fatto così drammatico, porta fuori quella paura”.

“L’altro pomeriggio ho risposto in un’ora a dieci telefonate in fila tutte da parte di madri che mi raccontavano che le figlie avevano da poco lasciato il compagno e che questo aveva cominciato a chiamarla, se lo ritrovavano fuori da scuola, sotto casa. La paura più grande dei genitori è l’impotenza. Avere la sensazione che tua figlia è in pericolo ed avere la frustrazione di non sapere come intervenire”.

Fonti: ANSA; 1522; Wired Italia

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