Gaming

Battlefield 6: ecco le nostre prime impressioni sulla Open Beta!

Quello di Battlefield è senza ombra di dubbio uno dei franchise videoludici più famosi di sempre. Visto da molti come il competitor naturale di Call of Duty, viene purtroppo da un periodo piuttosto negativo, con il “crollo” definitivo arrivato proprio con l’ultimo capitolo della saga, Battlefield 2042, che ha deluso le aspettative di molti fan storici.

Tuttavia, con Battlefield 6, DICE e EA sembrano intenzionate a risollevare le sorti dello storico sparatutto, tornando a una formula semplice ma efficace. Ecco quindi le nostre prime impressioni sulla beta di Battlefield 6.

Questo periodo di open beta di Battlefield 6 si sta per concludere, e il successo del titolo è stato a dir poco enorme. Centinaia di migliaia di giocatori hanno infatti provato il gioco sulle varie piattaforme, e la ricezione del pubblico è stata più che positiva. In questo articolo vi parleremo delle nostre opinioni sui punti chiave del nuovo FPS di EA, portando alla luce anche i (pochi) difetti che al momento ha.

Le mappe

Il primo periodo di beta ci ha offerto tre mappe: Assedio del Cairo, Offensiva Iberica e Picco della Liberazione. Le prime due sono volte quasi esclusivamente al combattimento ravvicinato: i vicoli e gli edifici sono moltissimi, mentre gli spazi aperti sono davvero limitati.

Giocare la classe Ricognitore è infatti quasi limitante su queste mappe, dato che i punti dove potersi fermare per racimolare qualche kill senza rinunciare ad un minimo di copertura si contano sulle dita di una mano. Discorso invece totalmente opposto per Picco della Liberazione, quasi del tutto aperta in pieno stile Battlefield. Qui i cecchini prevalgono, soprattutto sulla zona C, che offre visuale completa su quello che è praticamente tutto il resto del territorio. Il terzetto di mappe per ora proposto ci ha quindi convinto, e ricordiamo che nel gioco completo ce ne saranno ben 9, quindi la ripetitività non sembra essere un problema, almeno per i primi mesi.

Nel secondo periodo di beta, dal 14 agosto fino al 17 agosto, è stata aggiunta una nuova mappa Empire State, nella quale è stato possibile combattere tra i vicoli di New York.

Le modalità

Le modalità disponibili durante la prima settimana di beta erano conquista, sfondamento, re della collina e dominio. Si tratta di quattro modalità classiche e ben conosciute dalla community di Battlefield, che dimostrano quanto EA e DICE vogliano puntare sul sicuro con il nuovo titolo. Esattamente come per le mappe, anche le modalità disponibili ci hanno convinto, stancando molto poco e con ogni partita che risultava differente dalle precedenti. Ricordiamo che al rilascio del gioco completo vedremo anche l’aggiunta del Portale (ovvero l’editor), e una campagna, per i giocatori che preferiscono le esperienze PvE.

Durante il secondo periodo di beta sono state aggiunte altre modalità: l’iconica corsa, deathmatch a squadre, conquista e sfondamento con armi bloccate. Queste quattro modalità sono andate ad aggiungersi alle precedenti della prima settimana di Open Beta.

In aggiunta a ciò, EA e DICE hanno aggiunto la ricerca personalizzata, tramite la quale è possibile selezionare le modalità che più si preferisce in combinazione con le mappe che più amiamo, così da soddisfare tutti i player.

Il ritorno delle classi

Prima di addentrarci nell’analisi del gameplay, è importante donare ampio spazio al grande ritorno delle classi. Le classi hanno delle armi specifiche da utilizzare in esclusiva per quella classe, e già qui si presenta il primo ritorno al passato, ai vecchi Battlefield.

Questo sistema di suddivisione per classi prevede 4 categorie: assalto, geniere, supporto e scout. Ognuna di queste è dotata di gadget particolari, di caratteristiche uniche e di un set di armi predefinite che è possibile comunque modificare e sostituire a proprio piacimento.

La classe assalto è dotata di una splendida mobilità e rappresenta la punta di diamante del battaglione. Si presta bene sia a scontri ravvicinati che non. è dotata inoltre di un potente lanciagranate, col quale è facilmente possibile eliminare un ampio gruppo di nemici.

Quella del geniere è una classe che ha come compito la distruzione e porta con sé, nel suo loadout, un lanciarazzi che distrugge gli edifici e i mezzi corrazzati. Può anche lasciare delle mine antiuomo, utili per conquistare una zona e per allontanare i nemici.

Abbiamo poi la classe del supporto, che è il medico da campo, dotato di un defibrillatore, col quale può rianimare istantaneamente. Può portare con se la cassa di munizioni e un riparo.

Come ultima, abbiamo la classe dello scout, che rappresenta il cecchino della compagnia. Inoltre, è dotato di un drone che marchia gli avversari e del c4 per sfondare le pareti. Tutte e quattro le classi hanno un ottimo loadout e riescono a collaborare in maniera sinergica.

Analisi del gameplay

Ciò che stupisce maggiormente nella open beta di Battlefield 6, è stato, senza ombra di dubbio alcuno, il gameplay. Battlefield 6 è riuscito a modernizzare il gioco senza snaturarne la vera essenza, anzi riportando in auge elementi dei vecchi titoli che mancavano da tempo ai grandi appassionati del gioco.

Il movement, in primis, ha goduto di un importante ritocco. L’aggiunta del movimento cinestetico è stato realizzato nell’ottica di conferire al gameplay maggiore fisicità e realismo. Ciò riesce a donare la sensazione di vestire i panni del soldato, rendendo reali le scene di caduta e di spostamento.

Il feeling generale sia con le armi che col gioco stesso è piuttosto familiare ma è al tempo stesso è innegabile come i soldati si muovano più realisticamente. A livello di shooting, l’approccio alla sparatoria è del tutto inedito e contornato da un ritmo compassato e ragionato ma con una certa dose di adrenalina. Una nota negativa in questo caso è il time to kill, che risulta breve rispetto ai precedenti capitoli.

Altra novità molto piacevole è la guida dei mezzi, sia aerei che mezzi corrazzati da terra, che risulta più semplice rispetto ai precedenti titoli. Resta sempre un po’ di difficoltà nella guida dei velivoli e una nota negativa dei carriarmati è quella che se a bordo ci sono tre genieri, il carro continua a curarsi all’infinito.

La stessa interazione con l’ambiente circostante ha portato una ventata di novità con l’introduzione della distruttibilità tattica. Si tratta della possibilità per il giocatore di sfruttare la vulnerabilità di ciò che lo circonda. Questo elemento ci ha fatto riaffiorare alla mente i vecchi ricordi delle ore trascorse su Battlefield Bad Company 1.

Questo titolo rappresentò il primo capitolo della saga, nel quale fu introdotta la distruttibilità degli ambienti. Per farvi un esempio pratico, se vi trovate all’interno di stanze chiuse al secondo piano, sparando al pavimento, sarete in grado di colpire i nemici sottostanti. Allo stesso modo, avrete la possibilità di sfondare una parete o un edificio.

Conclusione

Battlefield 6 si è presentato ai nostri occhi come un lavoro davvero completo, capace di farci immergere a 360 gradi nella vita di un soldato. Si conferma come un titolo superiori a quelli successivi a Battlefield 4. Forse riuscirà a farci dimenticare la pessima esperienza avuta con Battlefield 2042.

Dotato di un ottimo e fluido gameplay e da un impatto visivo mozzafiato, non ha fatto altro che stupirci dal primo minuto di gioco. Le nostre impressioni, al momento, non possono essere altro che positive.

Il gioco sarà disponibile a partire dal 10 ottobre 2025 su PlayStation 5, Xbox Series X/S e PC.

Voi l’avete provato? Fateci sapere la vostra nei commenti e rimanete sempre aggiornati sul nostro sito.

Articolo a cura di: Alessandra Santoni e Luca Paluzzi

Redazione Network NCI

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