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Base jumper morto in Val di Fassa: si è schiantato sulla strada

di Redazione Network NCI

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Un base jumper è morto in Val di Fassa dopo la mancata apertura della vela durante un salto dal Sass Pordoi. L’uomo, partito dalla cima del Sass Pordoi, non è riuscito ad aprire la vela in tempo, schiantandosi su un tornante della strada statale 48. I soccorritori, immediatamente giunti sul posto, hanno potuto solamente  constatarne il decesso. La tragedia è avvenuta nel primo pomeriggio di mercoledì 16 luglio.

Il lancio fatale dal Sass Pordoi

L’australiano  sarebbe dovuto atterrare nella base a Lupo Bianco. Secondo le ricostruzioni di TGCOM24 e Rai News, il lancio è avvenuto regolarmente dalla cima del Sass Pordoi (2.950 m), ma qualcosa ha impedito il corretto dispiegamento della vela. L’uomo è precipitato per circa 1.700 metri, schiantandosi a 400 metri dal punto di atterraggio previsto, lungo la strada statale 48 delle Dolomiti.

I compagni del base jumper hanno immediatamente chiamato il 112, intorno alle 13:00. Sul posto sono intervenuti:

  • Soccorso Alpino della Stazione Alta Val di Fassa

  • Carabinieri e Vigili del Fuoco di Canazei

  • Un elicottero di soccorso per le operazioni di emergenza

Nonostante i tentativi di rianimazione, l’uomo è morto sul colpo per i traumi riportati nell’impatto.

Le Operazioni di Recupero e le Indagini

Dopo le prime verifiche, le autorità hanno dato il nulla osta per la rimozione della salma. Il corpo è stato trasportato a valle con un’autoambulanza. Al momento, non sono state fornite ulteriori informazioni sulle cause tecniche del malfunzionamento, ma si ipotizza un problema all’apertura del paracadute.

Questo tragico evento riaccende i riflettori su quanto sia pericoloso il base jumping, disciplina estrema che richiede preparazione fisica e attrezzature impeccabili. Nonostante le precauzioni, anche un solo piccolo errore o un malfunzionamento possono rivelarsi rischiose e anche fatali.

La morte del base jumper australiano lascia un vuoto nella comunità degli sportivi estremi e riporta l’attenzione sulla necessità di massima cautela in attività ad alto rischio. La Val di Fassa, nota per le sue bellezze naturali, oggi piange una vita spezzata troppo presto.

Articolo scritto da Mariana De Carli

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Fonti utilizzate: TGCOM24, Rai News

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