Barcellona (@Shutterstock)
Il 6 giugno 2015 il Barcellona di Messi, Neymar e Suarez vinceva la Champions League battendo la Juventus in finale a Berlino. Nessuno avrebbe pensato che i blaugrana potessero rimanere a secco di successi in Europa per (almeno) dieci anni. Eppure, a due lustri da quella notte, il Barça non ha ancora riconquistato la “coppa dalle grandi orecchie”. Quest’anno però il trofeo potrebbe finalmente far ritorno in Catalogna…
Il Barcellona del 2025 non è quello del 2015, difficile anche pensare che ci sarà in futuro una squadra come quella (o degli anni immediatamente precedenti) in Catalogna. Eppure l’entusiasmo che trasmette questa squadra quando gioca è molto simile a quella di dieci anni fa. In primis perché la squadra di Flick non ha mezze misure: costantemente all’attacco, incapace di piegarsi all’avanzata avversaria e consapevole che, in un modo o nell’altro, prima o poi segnerà.
Per quanto riguarda la difesa del Barça, sarebbe facile ridurla a un “linea alta e attaccanti avversari in fuorigioco”. Nella realtà quella tattica è stata oggetto di una costante evoluzione nell’arco della stagione che ha portato i catalani a saper gestire i rischi che comporta uno schema di questo tipo. Certo, le reti subite sono ancora troppe per una squadra che punta a vincere tutto, ma l’impressione è che la strada imboccata sia quella giusta e che negli anni a venire possa davvero aprirsi un ciclo.
In Champions League il percorso è stato finora perfetto. Secondo posto nella League Phase, agevole passaggio del turno negli ottavi contro il Benfica e un posto in semifinale di fatto prenotato. Ai quarti, infatti, la sfida sarà con il Borussia Dortmund che, in questo momento, pare una squadra totalmente diversa da quella capace di arrivare alla finale nel 2024. E chissà che finalmente non possa esserci il primo Clasico nella storia in una finale della massima competizione europea…
Abbiamo volutamente trascurato un dettaglio, non esattamente indifferente, nell’analisi di cui sopra. Lamine Yamal merita, infatti, un discorso a parte. Siamo di fronte a uno dei giocatori ‘under-18’ più forti nella storia del gioco del calcio. Lui e Raphinha sono i trascinatori di una squadra che delle fasce ha fatto la propria arma migliore.
Può sembrare una provocazione ma, passando magari per la conquista della Champions League, chi potrebbe vietargli di vincere addirittura il Pallone d’Oro nel 2025? In un anno senza competizioni per Nazionali, dunque senza il rischio di exploit esterni alle prestazioni con i club, il classe 2007 potrebbe già entrare nella leggenda di questo sport. Ma ci sarà tempo e modo per pensarci, ora Lamine e il Barcellona hanno un altro grande obiettivo: quel trionfo europeo che manca da troppo tempo.
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