di Redazione Network NCI
Abbiamo visto in anteprima Avatar: Fuoco e Cenere e siamo usciti dalla sala soddisfatti ed emozionati. Il terzo film della saga creata da James Cameron e prodotta dai 20th Century Studios si presenta come il capitolo più ambizioso, avvincente e carico di tensione dei tre. Questo progetto sembra funzionare meglio rispetto a Avatar: La via dell’acqua e ci trasporta ancora di più all’interno dello sconfinato pianeta Pandora.
Il lungometraggio introduce nuovi personaggi e tribù, come i Mercanti del Vento e il Popolo della Cenere, guidato dalla sanguinaria Varang, che sarà la villain del film e si alleerà con gli umani per fronteggiare Jake Sully. Ecco la recensione completa di Avatar: Fuoco e Cenere.
Avatar: Fuoco e Cenere – Bentornati su Pandora!
A 3 anni dall’uscita di Avatar: La via dell’acqua, James Cameron ci riporta per la terza volta dal 2009, sul grande pianeta Pandora. Il film, come i precedenti, è un puro spettacolo visivo: effetti speciali mozzafiato e cura maniacale in ogni minimo dettaglio. La bellezza degli immaginari ecosistemi creati dal regista di Titanic continua a emozionare e sorprendere. Il punto di forza della saga di Avatar è proprio questo: il bello. Funziona così e non necessita di una sceneggiatura o una trama particolarmente elaborata per essere considerata un capolavoro, almeno visivamente parlando.

A differenza del secondo capitolo, questo progetto si spinge oltre in termini di azione e colpi di scena. Fin dall’inizio si nota la prima differenza rispetto ai precedenti: il narratore non è più il protagonista Jake Sully, ma suo figlio Lo’ak. Quest’ultimo affronta un forte conflitto interiore a causa della morte del fratello Neteyam, avvenuta in Avatar: La via dell’acqua. Il giovane Sully continua a incolparsi per la perdita, mentre il padre tenta in ogni modo di addestrarlo per la guerra contro gli umani che vogliono colonizzare il pianeta. L’obiettivo di Lo’ak è quello di dimostrare di essere un vero guerriero Na’vi, pronto a difendere la propria terra e la sua famiglia.
Le tematiche restano in linea con quelle dei primi due film: colonialismo violento, resistenza del popolo Na’vi, inquinamento, distruzione della natura, degli habitat e della fauna da parte dell’uomo. In Fuoco e Cenere questi elementi vengono amplificati: i coloni vogliono sterminare parte della fauna marina e del suo ecosistema per ottenere risorse rare utili ai loro scopi. Uno specchio della storia umana, in cui ambizione e desiderio di profitto superano il rispetto per la natura.
Ottime interpretazioni e villain già iconica
Una cosa che abbiamo apprezzato di questo progetto è che, nonostante ci siano dei ruoli ben definiti e precisi, ogni personaggio è stato scritto perfettamente e ha avuto il proprio spazio all’interno del film. In un grande blockbuster come questo non è mai semplice riuscire a far emergere tutti i personaggi, ma James Cameron è riuscito a gestire questo aspetto con maestria.
![]()
Il protagonista di Avatar: Fuoco e Cenere è sempre lui: il potente guerriero Jake Sully. Il Toruk Makto questa volta si troverà ancora più in difficoltà a fronteggiare i suoi nemici. È sempre in prima linea per la resistenza contro gli umani e cerca di addestrare al meglio i suoi simili e i suoi figli, Lo’ak su tutti. Anche lui, come il figlio, affronta un conflitto interiore, che riuscirà a risolvere dopo un grande momento di tensione insieme alla moglie Neytiri. A proposito di quest’ultima: che gran personaggio! Ruba la scena in varie occasioni ed è lei che risolve alcune situazioni intricate nella seconda parte del film. Un grande applauso a Zoe Saldaña per aver, ancora una volta, prestato il volto e dimostrato le sue ottime capacità attoriali a un personaggio complesso, emotivo e di una forza assurda.
Hanno spazio anche i figli di Jake e Neytiri: Lo’ak, Spider, Kiri e Tuk. Spider, figlio biologico del colonnello Quaritch, è centrale in molte dinamiche. Kiri scopre un potere importante, decisivo nella battaglia finale. Tuk è la più piccola, protetta da tutti, e destinata a diventare una grande guerriera Na’vi come la madre.

E i villain? C’è sempre lui a dare del filo da torcere ai Sully: il temibile colonnello Miles Quaritch. In Avatar: Fuoco e Cenere, ad affiancarlo, ci sarà il Popolo della Cenere guidato dalla sanguinaria leader Varang interpretata da Oona Chaplin. Un capo sadico e crudele che non ha remore nell’uccidere a sangue freddo e torturare i nemici. È mossa da un ideale di odio verso la divinità Eywa e questo fa di lei uno dei nemici più terrificanti visti finora. Un villain che per quel che ci riguarda è già iconico e perfettamente riuscito.
Avatar: Fuoco e Cenere ha un finale che non era scontato, ma la durata è eccessiva
Siamo entrati in sala con diversi interrogativi e il finale di Avatar: Fuoco e Cenere ci ha fornito le risposte. Non faremo spoiler ovviamente ma siamo rimasti sorpresi dal finale, che non era per niente scontato. La battaglia non ha un esito prevedibile, grazie ai continui ribaltamenti di fronte, per poi rimanere stupiti e a bocca aperta per la decisione presa da Cameron. L’ultima scena è la più emozionante dell’intero film. Un mix di ricordi, nostalgia e ritorni dai progetti precedenti. Grande commozione per questo finale che non dimenticheremo mai.
La pecca del film è una: 3 ore e 17 minuti sono davvero troppe per quello che vuole mostrare. Ci teniamo a precisare, come sempre, che è un parere puramente soggettivo. Ma riteniamo che il tutto potesse benissimo essere condensato in un minor minutaggio. Il regista si è soffermato troppo su alcuni dettagli che risultano ridondanti e sostanzialmente superflui. Capiamo anche che Cameron, non attingendo da romanzi o altri materiali, ma dalla sua fantasia, si conceda la scelta di allungare come meglio crede. Però a questo giro forse ha esagerato un po’ troppo.
![]()
La saga siamo sicuri che non terminerà qui. Il finale lascia aperte le porte agli altri due film che Cameron e il compianto Jon Landau avevano pianificato da tempo. Resta da capire quale direzione prenderanno i prossimi capitoli. Saranno ambientati sulla Terra o si resterà ancora una volta su Pandora?
PRO
- Un capolavoro per gli occhi, visivamente parlando;
- Ottime interpretazioni, Neytiri e Varang in particolare;
- Finale non scontato ed emozionante.
CONTRO
- Durata eccessiva del film: 3 ore e 17 minuti sono troppe;
- Alcuni dettagli superflui risultano ridondanti.
VOTO: 8.5
Avatar: Fuoco e Cenere sarà disponibile al cinema a partire dal 17 dicembre. Per altri articoli come questi e tutte le news a tema serie TV e cinema, continuate a seguire Nasce, Cresce, Streamma!
Articolo di Salvatore Carboni
© RIPRODUZIONE RISERVATA