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Auto elettriche: anche in Italia il leasing sociale per aiutare i meno abbienti?

La rivoluzione green passa anche per i mezzi elettrici; tuttavia, dinanzi ai prezzi spesso proibitivi, la volontà di cambiamento si scontra con le disponibilità economiche limitate dei meno abbienti. La Francia, per ovviare a questo problema, sta iniziando a implementare un modello di leasing sociale per cui lo Stato si farebbe carico dell’acquisto dell’auto elettrica, mentre il cittadino, in cambio, pagherebbe un importo mensile di 95 euro. L’Italia, sulla scia dei nostri vicini d’oltralpe, starebbe pensando di importare un modello molto simile.

Incentivi per le auto elettriche: il modello francese

Come promesso durante la campagna elettorale, Macron dovrebbe rendere effettiva questa forma di leasing nel 2024, per tutti i nuclei familiari con un reddito inferiore ai 18mila euro annui. Le prime vetture, sulla carta, dovrebbe essere già consegnate a partire da gennaio 2024. I modelli di auto disponibili, tuttavia, non sarebbero numerosi; tra i primi nomi che circolano, infatti, si troverebbero la Citroen e-C3, la Renault Twingo E-Tech e la Fiat 500e. L’accesso al leasing è vincolato, tuttavia, alla rottamazione di una precedente auto inquinante.

Le ipotesi per la via italiana al leasing

Incuriositi da questa iniziativa francese, ACI e una serie di ministeri, in particolare Trasporti, Imprese e Made in Italy e Ambiente, avrebbero già avviato diversi colloqui sulla fattibilità e applicazione di una misura analoga. Il presidente dell’ACI, Angelo Sticchi Damiani, ha affermato in proposito:

“L’importante sarebbe partire nel 2024 con la sperimentazione, anche con un numero minimo di vetture. Poi lo strumento si potrà affinare”.

Al momento ci sono una serie di ipotesi in campo, a partire dall’importo mensile, la cui cifra dovrebbe variare tra i 75 e i 125 euro; i criteri principali di riferimento, infatti, dovrebbero essere i limiti di ISEE – ancora non delineati -, il modello di auto che si andrà a prendere (obbligatoriamente elettrico o con un motore termico a basse emissioni) e la tipologia di vettura da rottamare. Il ruolo di ACI, in questo piano, sarebbe quello di gestire l’insieme delle auto date in affitto a chi rottama il mezzo precedente.

L’obiettivo principale sarebbe infatti quello di iniziare a smaltire le vetture comprese tra Euro 0 ed Euro 3 che, secondo ACI, compongono il 27% dell’intero parco auto in Italia:

“Abbiamo il parco auto più vecchio d’Europa, vuol dire che gli incentivi non servono”.

L’Ecobonus, pertanto, verrebbe considerato come insufficiente per soddisfare il conseguimento di un fine così ambizioso.

Fonti: Repubblica, SkyTG24

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Lorenzo Peratoner

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