di Redazione Network NCI
In Austria, un grave fatto di sangue ha sconvolto la città di Graz, dove questa mattina, martedì 10 giugno, uno studente della scuola superiore Borg ha aperto il fuoco all’interno dell’istituto situato in Dreierschützengasse. La sparatoria ha causato la morte di almeno otto persone e numerosi feriti. L’allarme è scattato intorno alle 10:00, e l’edificio è stato immediatamente circondato dalle forze dell’ordine. La polizia ha chiesto ai cittadini di evitare la zona e ha avviato un’ampia operazione di sicurezza con l’intervento delle unità speciali Eko-Cobra.
Il responsabile della sparatoria e l’ipotesi sul movente

Pistola (@Shutterstock)
Secondo le dichiarazioni ufficiali del portavoce della polizia, il responsabile della strage sarebbe uno studente dello stesso istituto superiore Borg, che avrebbe agito da solo. Dopo aver aperto il fuoco e provocato la morte di almeno otto persone, il giovane si sarebbe tolto la vita nei bagni della scuola, ponendo fine alla drammatica sequenza di eventi. Le prime ricostruzioni indicano che il ragazzo si sentiva emarginato e avrebbe riferito di essere vittima di bullismo, ipotesi che le autorità stanno valutando per comprendere il movente del gesto. Le forze dell’ordine non escludono ancora la possibilità di un eventuale complice. All’interno della scuola, diversi insegnanti e studenti si sono barricati nelle aule, mentre le squadre speciali perlustrano l’intero edificio.
Il contesto e la risposta delle autorità
La scuola Borg, situata nel quartiere Lend di Graz, seconda città austriaca per dimensioni, è ora teatro di un’intensa attività investigativa e di soccorso. Alcuni insegnanti sono ancora in contatto con le forze speciali mentre prosegue la messa in sicurezza dell’area. La tragedia arriva a pochi giorni dal decimo anniversario della strage del 20 giugno 2015, quando un uomo investì volontariamente dei passanti nel centro città, uccidendo tre persone. Le autorità stanno ora cercando di comprendere pienamente la dinamica e le motivazioni dietro il gesto dello studente.
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Articolo di Biagi Linda
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