di Giovanni Marchesi
Si sa che l’Australia è casa di animali pericolosi e stranezze della natura, ma questa storia forse le batte tutte. La dottoressa Hari Priya Bandi, neurochirurgo dell’Οspedale di Canberra, ha ricevuto una paziente di 64 anni, la quale da tempo era vittima di depressione e vuoti di memoria. Con una risonanza magnetica si è scoperta la presenza di un verme di 8 centimetri nel cervello della donna, spiegando tutto quanto. Ma com’è potuto succedere tutto questo?
L’Australia è la sua reputazione come teatro degli orrori
Il nome scientifico del verme è Ophidascaris robertsi, e la cosa più sconvolgente è che si annida in zone paludose, dove diventa in genere l’ospite di animali come il pitone, ma mai gli esseri umani. Sanjaya Senanayake, specialista di malattie infettive della struttura di Canberra, ha documentato con estrema accuratezza tutta l’operazione, dicendo:
“Il neurochirurgo certamente non pensava di trovare un verme che si dimenava. I neurochirurghi hanno regolarmente a che fare con infezioni del cervello, ma questa è stata una scoperta unica nel suo genere; nessuno si aspettava di trovare qualcosa del genere. Il primo caso al mondo ha evidenziato il pericolo di malattie e infezioni trasmesse dagli animali all’uomo, soprattutto quando questi iniziano a vivere più a stretto contatto e gli habitat si sovrappongono maggiormente.”
Il caso è stato in seguito documentato sulla rivista Emerging Infectious Diseases, dove potete trovare tutto il racconto nei minimi dettagli.
I medici e gli scienziati coinvolti nel suo caso ipotizzano che un pitone possa aver diffuso il parassita attraverso le sue feci nell’erba; ritengono poi che la paziente sia stata probabilmente infettata dal parassita direttamente toccando l’erba nativa o dopo aver mangiato le verdure. Quello in Australia è il primo caso al mondo di ritrovamento di questo tipo di verme negli esseri umani. Si tratta di un caso davvero mai visto prima, che ci aiuterà ad essere più cauti e previdenti in queste situazioni.
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