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Antonio Conte e il Tottenham verso l’addio: la rottura era destino?

Antonio Conte, è sempre stato un allenatore molto discusso. I suoi modi di fare sono fonte di dibattito, ciononostante il suo palmarès gli permette di essere uno dei tecnici più vincenti in circolazione. Non è riuscito a ripetersi in quel di Londra, e al quartier generale del Tottenham tira una brutta aria…

Antonio Conte: le ultime dichiarazioni

Il pareggio per 3-3 conseguito dal Tottenham in casa del Southampton ultimo in classifica, ha fatto traboccare il vaso di un ambiente già deluso dal mancato passaggio del turno di Champions League contro il Milan, oltre che da un rendimento sottotono in campionato. Il quarto posto è in equilibrio su un filo sottile, infatti il Newcastle con 2 partite in meno può mettere la freccia del sorpasso, e alle spalle il Liverpool può risorgere in ogni momento. Antonio Conte, nella conferenza stampa successiva alla partita, si è sfogato duramente contro i giocatori e il loro modo di fare “molle” in campo.

Continuate a trovare alibi e scuse per i giocatori“, rivolgendosi ai giornalisti presenti.

È la prima volta nella mia carriera che trovo una situazione del genere e non sono stato in grado di risolverla, anzi è peggiorata rispetto alla scorsa stagione“.

Non vogliono giocare sotto pressione, sotto stress [i giocatori, ndr]. Questa è la storia del Tottenham, 20 anni che c’è il proprietario e non hanno vinto niente“.

Delle parole dirette, senza troppi formalismi e dissimulazioni. Il tecnico salentino con tutta probabilità ha ragione, fatto sta che queste dichiarazioni hanno inevitabilmente portato alla rottura dei rapporti fra tecnico, giocatori e società. L’ufficialità dell’addio sembra questione di giorni…

 

Tottenham: una realtà così fragile?

La risposta probabilmente è affermativa. Nonostante ogni anno disputino tutte le competizioni con una rosa competitiva (seppur al di sotto degli standard dei top club della Premier League), gli “Spurs” non riescono mai a lasciare il segno. Cambiano gli allenatori, non cambia il risultato; l’ultimo trofeo è stato vinto nel 2007/2008, una Coppa di Lega, oggi Carabao Cup per ragioni di sponsorizzazione. Più volte il Tottenham è riuscito a sfiorare il cielo, in campionato ma anche in Champions League, arrivando alla finale del 2019 poi persa contro il Liverpool di Klopp. Un mix di sfortuna e incapacità di gestire la pressione, che ha portato i tifosi dei “Lilywhites” ad essere pronti alle peggiori delusioni. “Spursy“, è il termine utilizzato in Inghilterra per pungere ironicamente i tifosi del Tottenham. Nessuno fra Mauricio Pochettino, José Mourinho e Antonio Conte è riuscito a portare un trofeo nel nord di Londra.

 

Antonio Conte: è in grado di allenare in tutti i contesti?

 

Antonio Conte (@Shutter Stock)

 

Arezzo, Bari, Atalanta, Siena, Juventus, Chelsea, Inter e infine Tottenham, con una parentesi in Nazionale fra 2014 e 2016. Il tecnico leccese ha vinto molto da allenatore: 1 Serie B, 4 scudetti, 1 Premier League, 2 Supercoppe italiane e 1 FA Cup. L’esperienza nel nord di Londra, però, non ha portato i risultati sperati. Infatti la scorsa stagione ha centrato la qualificazione in Champions League a scapito dei rivali dell’Arsenal, ma Conte e i suoi sono usciti da favoritissimi ai gironi della Conference League, riuscendo a ottenere meno risultati utili di Vitesse e Stade Rennais, non esattamente formazioni blasonate. Nell’FA Cup e nella Carabao Cup di entrambe le stagioni gli “Spurs” sono stati eliminati in anticipo rispetto ai piani, contro formazioni come Sheffield United e Nottingham Forest. Insomma, anche oltre il canale della Manica il tecnico leccese si è rivelato più abile nei campionati che nelle competizioni da “dentro o fuori” come le coppe, europee o nazionali che siano.

La domanda che ci si può porre, però, è la seguente: Antonio Conte è un allenatore che può adattarsi al “materiale” a disposizione per vincere? Il Tottenham è una squadra forte, ma indubbiamente non a sufficienza per entrare effettivamente dentro la lotta per il titolo della Premier League. Per quanto riguarda le altre esperienze in cui il tecnico salentino è riuscito a trionfare, gli erano stata messe a disposizione squadre di grandissimo livello da parte delle società. In situazioni meno “favorevoli”, evidentemente non è un tecnico di matrice “gasperiniana” in grado di esaltare singoli non eccezionali.

Conclusioni

Forse Daniel Levy, presidente del Tottenham, avrebbe dovuto puntare su allenatori di un altro tipo. José Mourinho e Antonio Conte sono tecnici in grado di portare trofei, però con rose di livello a disposizione. Le lacune degli “Spurs” sono parecchie, a partire dagli esterni, fondamentali con una difesa a 3. Emerson Royal e un Ivan Perišić in calo non sono in grado sicuramente di cancellare la maledizione “Spursy“, esattamente come il giovane Oliver Skipp a centrocampo oppure Hugo Lloris e Fraser Forster in porta, vicini alla fine della carriera. Neanche due dalla mentalità vincente come Conte e Mourinho sono riusciti a dare linfa vitale ad un ambiente sempre meno abituato ai trofei. Forse la società dovrebbe farsi due domande su come sta gestendo la squadra…

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Cristian Castellini

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