di Lorenzo Peratoner
Approfittavano dei regolamenti comunali per esumare i corpi dal cimitero e prelevare denti d’oro o protesi di valore; dopo un anno di indagini, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Jesi (Ancona) hanno concluso le indagini preliminari, che hanno coinvolto un totale di cinque persone, accusate di vilipendio, distruzione, soppressione e sottrazione di cadavere.
Ancona: chi sono gli indagati e a chi vendevano la refurtiva
I fatti risalgono al 2023, in provincia di Ancona, dove quattro dipendenti di una società appaltatrice di servizi cimiteriali e un lavoratore di un’impresa di onoranze funebri, avrebbero sfruttato le loro mansioni per appropriarsi di denti d’oro appartenenti alle salme. Il macabro bottino veniva poi venduto a un Compro Oro di Jesi, apparentemente ignaro della provenienza della refurtiva.
Le operazioni di esumazione o estumulazione avvenivano in conformità al regolamento comunale, che prevede un intervallo di almeno 10 anni dopo il decesso. Secondo le indagini, ci fu un caso di riduzione della salma quando il corpo non era ancora del tutto mineralizzato, portando a uno scempio del cadavere.
La conclusione delle indagini preliminari
Stando alle ricostruzioni delle autorità, l’oro prelevato dai tombaroli era poi venduto in maniera dilazionata e frazionata, così da non dare nell’occhio. I Carabinieri, tuttavia, dopo un anno di indagine, hanno identificato cinque persone, di età compresa tra i 30 e i 50 anni, che hanno ricevuto l’avviso della conclusione delle indagini preliminari. Pertanto, la Procura apre la fase processuale, mentre gli indagati possono ora decidere se depositare una memoria difensiva oppure farsi ascoltare dagli inquirenti insieme al proprio avvocato per chiarire i fatti loro addebitati.
Fonte: Corriere Adriatico
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