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Ambiente: negli Usa è stato prodotto in laboratorio un nuovo super batterio in grado di “mangiare” la plastica

di Agostino Lenzi

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Uno dei problemi più grandi per l’ambiente oggi è l’inquinamento prodotto dalla plastica, la quale va a intaccare gli ecosistemi marini e terrestri. Ciò che produce più rifiuti è la plastica monouso, la quale spesso non viene smaltita correttamente. Nell’ultimo periodo però è stato scoperto, negli Stati Uniti, un tipo di batterio “mangia plastica”, che potrebbe essere una svolta nello smaltimento e nel riciclo dei rifiuti sintetici.

I danni ambientali provocati dalla plastica

La plastica si deposita maggiormente nei fiumi, i quali la portano nel mare, dove vengono a formarsi delle isole galleggianti di plastica. La presenza di queste isole è un pericolo principalmente per gli animali marini, come per esempio le tartarughe, che possono ingerire pezzi di plastica.

La plastica infatti è un materiale che senza un adeguato smaltimento può durare centinaia di anni. Il materiale si fotodegrada, cioè si rompe in frammenti sempre più piccoli fino a diventare particelle minuscole, che vanno piano a piano a unirsi all’ambiente marino, rovinandone l’equilibrio. I pesci nutrendosi spesso di plancton, ingeriscono anche questi microscopici pezzi di plastica.

La scoperta del batterio che mangia la plastica

Lo studio è stato attuato dall’Università dell’Illinois. Un ceppo di questi super batteri sarebbe in grado di mangiare solo uno dei due composti che si formano nella degradazione della plastica ossia l’acido tereftalico e il glicole etilenico.

I ricercatori responsabili dello studio, Teng Bao, Yuanchao Qian e Yongping Xin, hanno capito infatti che era più utile dare a più ceppi di batteri un ruolo diverso piuttosto che dare a uno solo due compiti da fare in contemporanea. I super batteri riescono dunque, lavorando insieme, a convertire queste sostanze in altri composti. I nuovi composti possono essere utilizzati per produrre altra plastica, come per esempio il poliuretano per gli isolanti.

Questa scoperta potrebbe rivoluzionare il modo di riciclare i rifiuti. Inoltre è un grande passo avanti dell’utilizzo dei microorganismi ingegnerizzati finalizzati al  riciclo.

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