di Alessandro Marasco
Oggi diciamo addio ad uno dei più grandi fumettisti della sua generazione: Akira Toriyama, tassello indimenticabile dell’infanzia di intere generazioni. Ma chi era davvero Toriyama?
La vita di Toriyama
Nato a Nagoya il 5 Aprile del 1955, Akira Toriyama mostrò una predisposizione all’arte del disegno fin dalla tenera età. Ispirato da pellicole come “La carica dei 101” o “Astro Boy”, l’allora bambino vinse un premio d’arte locale che ne determinò il talento, anche se c’era ancora molta strada da fare. Diplomatosi nel 1974 alla Prefectural Industrial High School di Tokyo, il disegnatore cominciò la sua carriera presso una rinomata azienda di poster in città, che gli diede la possibilità di esercitare le sue tecniche di disegno, anche se con una forte limitazione creativa. Dopo due anni, l’autore decise di dimettersi e realizzare il suo vero sogno: diventare un mangaka.
Il 1978 fu l’anno di svolta per l’autore che, dopo alcuni tentativi, vinse il primo premio del concorso indetto dalla famosa rivista Weekly Shonen Jump. Questa vittoria consisteva nella pubblicazione di una propria opera ed un’importante somma di denaro, così ebbe inizio la sua carriera. L’apprezzamento per il suo primo lavoro, Wonder Island, gli valse un contratto con la Shueisha.
Tra i successi di “Tomato Police Woman”, “Wonder Island II” e “Today’s Highlight Island”, il nome di Toriyama cominciava ad essere sempre più conosciuto nell’ambiente, ma fu con l’arrivo dell’iconica “Dr Slum” che l’autore vinse lo Shogakukan Manga Award nel 1981. Il successo di Toryama era alle stelle, ma come tutti ben sappiamo, il punto più alto della sua carriera doveva ancora arrivare. Con la realizzazione di alcuni episodi autoconclusivi di una serie di racconti dal nome “Toriyama World”, ovvero “DragonBoy “e “The Adventure of TongPoo”, inconsapevolmente l’artista pose le basi per un progetto molto più ampio al quale diede vita negli anni successivi: “Dragon Ball”.
Come nasce “Dragon Ball”?
Pubblicato su Shine Jump nel 1984, “Dragon Ball” è diventato il manga più venduto in Giappone dopo “One Piece”, presentandoci personaggi meravigliosi che cresceranno insieme agli spettatori per ben 11 anni, fino alla conclusione della saga fumettistica nel 1995. “Dragon Ball” divenne un vero e proprio fenomeno in tutto il mondo, trasformandosi in un cult transmediale, tra anime, film e videogiochi. Nonostante il successo, l’amore di Toriyama verso la sua opera più celebre svanì quando venne sollecitato dalla casa editrice a portare avanti la storia, andando contro le sue idee originali.
Grazie a quest’opera, tuttavia, il suo stile divenne più che riconoscibile, riscontrando apprezzamenti e influenzando migliaia di artisti in tutto il mondo. In “Dragon Ball”, Toriyama crea personaggi piccoli, dalle forme dolci e arrotondate, quasi comici, che sovvertono i canoni dello Shonen che volevano protagonisti inquietanti ed enormi. Col passare del tempo, anche l’autore venne incontro a queste caratteristiche, rendendo i personaggi, specialmente nemici, leggermente più spigolosi ma senza dimenticare lo stile impostato in origine.
Dunque, è innegabile quanto “Dragon Ball” abbia avuto l’enorme merito di aver esportato la cultura orientale in occidente, rendendo celebri manga e anime completamente sconosciuti all’occidente. Tutto il mondo piange la scomparsa di un maestro, di un artista che ci ha trasportati in un universo di eroi, mostri e divinità, nel quale tutti, indipendentemente dalla propria cultura, potevano esserne parte. Sperando che questo articolo vi sia piaciuto, vi invitiamo a tener d’occhio Nasce, Cresce, Streamma per altre news sul mondo del cinema e non solo.
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