Cinema & Serie TV

Adolescence: da Netflix agli Emmy, la miniserie che ha conquistato tutti

Nella 77ª edizione degli Emmy c’è stata una miniserie che ha conquistato pubblico e critica: “Adolescence”. Ma di cosa parla la serie tv che ha fatto tanto discutere?

Si tratta di una produzione britannica approdata su Netflix il 13 marzo 2025, ideata da Jack Thorne e Stephen Graham e diretta da Philip Barantini. La trama ruota attorno all’omicidio di una studentessa, Katie Leonard, e all’arresto del tredicenne Jamie Miller per il crimine. La miniserie indaga sulle possibili cause e sulla realtà del delitto, esplorando le dinamiche familiari, l’ambiente scolastico e gli effetti del bullismo, del cyberbullismo e delle ideologie online che possono influenzare i più giovani.

La particolarità di questa serie è la scelta registica: ogni episodio è girato in un unico piano sequenza, seguendo la prospettiva di diversi personaggi, dall’ispettore incaricato delle indagini alla psicologa che tenta di comprendere la mente del ragazzo.

Owen Cooper fa la storia. I premi di Adolescence

Adolescence affronta temi delicati e universali, dal bullismo al cyberbullismo, fino ai rapporti familiari e scolastici. È una serie che non ha paura di scavare nel dolore e nelle contraddizioni del crescere oggi. Tutto è curato nei minimi dettagli: la sceneggiatura, la regia, il cast. Stephen Graham e il giovane Owen Cooper offrono interpretazioni da brividi, capaci di rendere la storia ancora più autentica e devastante.

Il piano sequenza non è soltanto una scelta estetica, ma un modo per amplificare il senso di claustrofobia e impotenza che accompagna la vicenda. Una famiglia viene devastata di punto in bianco, dall’oggi al domani. Vedere il proprio figlio e pensare che possa aver commesso qualcosa di atroce ti fa sentire inerme, quasi come se avessi fallito nel tuo “lavoro” di genitore. E per tutta la serie resta sospesa un’unica domanda: è stato davvero lui o no? Questo dubbio costante, insieme a un finale straziante, rende la visione ancora più potente e indimenticabile.

Non sorprende, quindi, che la miniserie abbia ricevuto un consenso straordinario: su Rotten Tomatoes ha ottenuto un punteggio del 98% dalla critica e un entusiasmo diffuso tra gli spettatori. Agli Emmy ha avuto un ruolo di primo piano, conquistando sei premi prestigiosi. Owen Cooper ha fatto la storia vincendo come Miglior Attore Non Protagonista in una miniserie, mentre Stephen Graham si è aggiudicato il riconoscimento come Miglior Attore Protagonista. A completare il successo sono arrivati i premi per Miglior Miniserie, Miglior Regia, Miglior Sceneggiatura e Miglior Attrice Non Protagonista, assegnato a Erin Doherty.

Sul palco, visibilmente emozionato, Cooper ha dichiarato:

“Onestamente, quando ho iniziato questi corsi di recitazione un paio di anni fa non mi aspettavo nemmeno di essere negli Stati Uniti, figuriamoci qui. Ma penso che stasera dimostri che se ascolti, ti concentri ed esci dalla tua zona di comfort, puoi ottenere qualsiasi cosa nella vita. Non ero nessuno tre anni fa, ora sono qui. Quindi, se ti concentri ed esci un po’ dalla tua zona di comfort… chi se ne importa se ti imbarazzi? Tutto può essere possibile”. Poi ha aggiunto: “Potrebbe esserci il mio nome su questo premio, ma appartiene davvero alle persone dietro la macchina da presa, a Stephen e a tutto il cast”.

Una serata indimenticabile, che consacra Adolescence tra le opere più significative di questa stagione televisiva.

E voi che ne pensate? Merita davvero tutti questi premi? Continuate a seguirci su Nasce, Cresce, Streamma per non perdere nessuna novità dal mondo del cinema.

Articolo di Damiano Longo

Redazione Network NCI

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